Hiroshima con bambini, si può (e si deve!)

hiroshima con bambini

Visitare Hiroshima con bambini… sarà appropriato? A misura di bambino?  Come spiegare la bomba atomica? Me lo era chiesta anche io, prima di partire, e dopo essermi informata un po’, avevo deciso di non andarci.

Arrivati a Kyoto, durante la fioritura dei ciliegi, siamo rimasti stupidi dalla folla di gente –  così tante persone dappertutto che regolarmente abbiamo dovuto aspettare oltre un’ora per salire su un bus. Bene, anche questo non è proprio a misura di bambino. Ci serve un piano alternativo e visto che abbiamo il JR pass siamo flessibili.

Propongo quindi una gita fuori porta alla vicinissima Osaka (distante una decina di minuti) per vedere il suo bel castello, visitare il museo del pesce palla ed una distilleria di sakè… insomma, un’alternativa adatta ad adulti e bambini. E invece no: papà boccia la mia idea, e l’ometto – come sempre – gli dà ragione. E cosa propone papà invece? Hiroshima, appunto. Provo a convincerli a cambiare idea ma non c’è nulla da fare… e quindi l’indomani si va ad Hiroshima, distante un po’ meno di due ore.

L’arrivo a Hiroshima

Arriviamo in una bella stazione moderna e cerchiamo un modo per raggiungere luogo dove il 6 agosto 1945 è esplosa la bomba atomica. Qualcuno ci suggerisce il tram, che non è così semplice da utilizzare (ma troviamo finalmente una persona che parla l’inglese correntemente e ci salva).

Se ci fossimo documentati avremmo scoperto che con il pass del treno avevamo diritto ad utilizzare gratuitamente il Sightseeing Loop Bus “Hiroshima Meipu ru-pu” che parte dalla stazione e porta a tutti i luoghi di interesse della città, quindi anche al Hiroshima Peace Memorial e all’Atomic Bomb Dome.

Durante il tragitto verso l’Atomic Bomb Dome ci rendiamo conto di quanto sia stata ricostruita la città: è tutta nuova e la si potrebbe definire “ridente”, con i suoi negozi, i suoi lunghi viali, ed il delta del fiume Ota. Insomma, un luogo decisamente piacevole, in contrasto conla sua storia travagliata.

A-Bomb Dome e Hiroshima Peace Memorial Park

Appena arrivati a destinazione la prospettiva cambia: improvvisamente ci troviamo accanto all’ A-Bomb Dome. Come unica tangibile testimonianza di quel giorno, le autorità hanno deciso di lasciare i resti della struttura e della cupola di bronzo della più importante fiera commerciale della città. Un posto simile fa veramente venire i brividi. Cerchiamo di spiegare a Stefano cosa è successo, ma non siamo sicuri che abbia capito pienamente.

hiroshima con bambini A-dome

Continuiamo la nostra esplorazione, percorrendo il Parco della Pace di Hiroshima. In un angolo c’è un memoriale dedicato ai tanti bambini morti a causa della guerra, dove si possono ammirare pannelli colorati – custoditi in teche – di disegni composti da migliaia di gru di origami, fatti dai bambini delle scuole di tutta la nazione.

Il genio di Einstein ci ha condotto ad Hiroshima.

Pablo Picasso

A questo punto Stefano comincia a capire: ogni gru rappresenta un bambino morto, e anche se non sa contare molto bene, si accorge subito che i bambini morti sono stati moltissimi. Poi ci rechiamo al cenotafio con i nomi delle circa 200’000 vittime.

Hiroshima Peace Museum

Dopo il cenotafio ci dirigiamo verso il Museo della Pace. La costruzione è abbastanza estesa e piena zeppa di oggetti, foto, brandelli di vestiti, filmati. Appena entrati un grande plastico illustra il raggio di distruzione della bomba atomica, poi inizia la visita vera e propria.

Ora Stefano vuole capire, con mille domande per ogni singolo oggetto; in particolare noterà una giacca a brandelli più o meno della sua taglia – vuole sapere cosa è successo a quel bambino della sua età, e perché è successo. Non è stata una visita facile, e per spiegare e tradurre tutto ci sono volute quasi tre ore.

Sarà stata una visita adatta ad un bambino? Non lo so, ma credo di sì… il grande rammarico di mio figlio è stato quello di non essere andati anche a Nagasaki, l’altra città distrutta dalla seconda bomba atomica. Abbiamo dovuto promettere di portarcelo in futuro. Fra tutte le visite “giapponesi” è quella che ricorda più vividamente.

Hiroshima in due giorni

A posteriori, il mio consiglio è quello di trascorrere due giorni ad Hiroshima – cosa che non non abbiamo fatto. In città ci sarebbe interessato vedere il castello risalente al 1593, il parco Shukkei-en ed il museo della Mazda ma abbiamo impiegato tutto il nostro tempo in zona Hiroshima Peace Memorial.

Con una giornata in più avremmo certamente visitato a vicina isola di Miyajima, con ilsuo immenso Torii rosso che spunta dalle acque, fino a raggiungere il santuario Itsukushima, il più famoso dell’isola.

Scritto da Augusta

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