Avete mai pensato di visitare Sarajevo con i bambini? Questa città a cavallo fra est e ovest è davvero inaspettata. Dopo essere stati ospiti da amici a Bijelina, ci siamo spostati a Sarajevo. Improvvisamente donne velate riempiono le strade ed il ragazzino fatica a credere che siamo ancora in Bosnia. Al mattino eravamo “fra persone vestite come noi” e nel giro di 3 ore d’auto, senza sconfinare in nessuna nazione nuova, ci sembra essere su un altro pianeta. Il tutto a 1 ora e 30 di aereo da casa. In questo post vi raccontiamo la nostra esperienza e ci diciamo cosa fare e vedere a Sarajevo con bambini e ragazzini.
Visitare Sarajevo con bambini? I si e no
Avete mai pensato di visitare Sarajevo con i bambini? Sappiatelo, non è una visita facile. Il recente conflitto ha lasciato segni indelebili fra la gente e nella città stessa. Segni e cicatrici della guerra che in parte si è voluto preservare. Dalla finestra del nostro hotel vediamo chiaramente i fori dei proiettili sull’edificio che ci sta di fronte, assieme a Mr Cat. I buchi sono tantissimi, come quelli del groviera. Mettono davvero tristezza, già dal mattino.
Sarajevo non ha entusiasmato completamente mio figlio, per lui ancora troppo complessa e affollata. Si adatta bene però a chi ha ragazzi grandicelli (dopo le medie) perché passeggiare per le vie della città è come fare un bel ripasso di storia moderna senza chinarsi sui libri. Se possibile, per una giusta introduzione, prendete parte a un tour gratuito: vi aiuterà a comprendere meglio questa città.
Sarajevo con bambini e ragazzini, cosa vedere?
Siete a Sarajevo con bambini e ragazzini al seguito? Ecco le cose che dovreste sicuramente vedere. Non vi elenco i musei, che non abbiamo visitato. Ci avevano però consigliato il War Childhood Museum, un museo creato per ricordare i bambini colpiti dal conflitto. Vi lascio un ottimo articolo pubblicato su l’Avvenire, A Sarajevo il museo dell’infanzia ferita dalla guerra, poi decidete voi se è adatto ai vostri figli. Il mio, che non ha avuto problemi a visitare il Museo della Pace di Hiroshima (qui il post: Hiroshima con bambini si può e si deve), in questo non ha proprio voluto mettere piede.
Nel centro storico (Stari Grad)
La parte più interessante di Sarajevo è il suo centro storico: Stari Grad, la città vecchia ed il suo cuore pulsante è la Baščaršija, la zona del mercato. Si tratta del vecchio quartiere turco-ottomano: un dedalo strette vie pedonali lastricate, di negozi che vendono ogni tipo di merce (non sempre di qualità), di cortili trasformati in caffè e ristoranti, e anche di moschee. La sua piazza principale è la Piazza dei Piccioni, che sono davvero tantissimi. In questa piazza trovate anche la fontana Sebilj. Pare che l’acqua sia potabile, ma noi siamo stati prudenti. In ogni caso è un bel luogo dove passeggiare senza una meta.
Sempre nella città vecchia di Sarajevo, un luogo dove portare i bambini è lungo la Mula Mustafa Bašeskija. Camminate fino ad incontrare la linea che divide l’est dall’ovest. E’ disegnata per terra e i vostri figli potranno stare con un piede nell’Europa orientale ed uno in quella occidentale. Poco oltre, troverete la fiamma eterna, costruita come memoriale alle vittime militari e civili della seconda guerra mondiale.
In giro per la Sarajevo
Andate verso il fiume Miljacka e cercate la Biblioteca nazionale ed universitaria di Bosnia ed Erzegovina (la Vijećnica), oggi sede del municipio. Camminate lasciando le montagne dietro di voi: il terzo ponte che incontrerete è il Ponte Latino. Questo ponte, di origine ottomana, è il luogo dove nel 1914 uno studente uccise l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, dando inizio alla prima guerra mondiale.
A partire da adesso di serve una mappa per cercare il Muzej Optičkih Iluzija Sarajevo (il Museo delle Illusioni) in Skenderija 28. Non è molto lontano, i bambini si divertiranno e vi permetterà di vedere una zona di Sarajevo popolare, senza fronzoli. Sempre per i bambini: in giro per Sarajevo vedrete diversi gatti sorridenti dipinti sui muri: è M. Chat ed è un po’ svizzero: il suo creatore è dell’artista franco-svizzero Vuille Thoma. Cercate bene: c’è chi ne ha trovati più di 15. Noi pochissimi, così pochi che non abbiamo il coraggio di scriverlo.
Dappertutto in giro per Sarajevo, ma dovete prestare attenzione, vedrete nel cemento le rose di Sarajevo, che non sono fiori. Sono i buchi creati da colpi di mortaio che la gente ha riempito di resina rossa, così da ricordare le vittime dell’assedio. La loro forma ricorda infatti i petali di rosa. Giusto per rendervi l’idea: durante l’assedio in media 300 proiettili al giorno cadevano sulla città.
Nella periferia di Sarajevo
Uno dei luoghi da non perdere se viaggiate con bambini è il famoso tunnel di Sarajevo costruito nei pressi dell’aeroporto. Vi consiglio di prenotare una visita guidata, perché una guida è assolutamente necessaria per capire cosa è successo e come, grazie a questo tunnel, la città è riuscita a resistere ad anni di assedio. La guida vi serve anche per capire come si viveva sotto i bombardamenti. La vita non si è fermata, le scuole erano aperte e anche i teatri.
L’assedio, il più lungo della storia, è durato quasi quattro anni, dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996. Immaginatevi Sarajevo come il fondo di una grande scodella, con montagne tutte attorno. Facile da conquistare… o almeno così si pensava. Invece è bastato un tunnel stretto, scavato di fretta e furia sotto la pista dell’aeroporto, per fare passare merci, persone e bestiame, e resistere. Si stima che durante l’assedio le vittime siano state più di 12000 ed i feriti oltre 50000, per la maggior parte civili.
Gita in giornata da Sarajevo, fra Bosnia e Serbia
Se siete a Sarajevo e volete evadere per qualche ora Vi consiglio un’escursione adatta ai bambini, che vi porterà a vedere due villaggi del regista Emir Kusturica. Uno in Bosnia ed uno in Serbia, poco oltre il confine – nel parco nazionale di Tara. Aggiungete a questo una breve gita in barca sul fiume Drina ed un giro su un treno storico, il Sargans Eight.
In conclusione
Compiere un viaggio a Sarajevo è un po’ come concludere un capitolo importante della propria vita. È stata un’esperienza che ha messo alla prova le nostre percezioni e ci ha insegnato l’importanza di essere aperti e rispettosi verso le diverse culture che incontriamo lungo il cammino.