Andiamo in Senegal? Si, dai. Ma vogliamo farlo un viaggio un po’ diverso? E allora perché non fare una crociera fluviale? Consigliati da un’amica, riserviamo. E che bella sorpresa. Immaginatevi un battello d’altri tempi, che scivola sul fiume Senegal. Ci permette di visitare antiche postazioni coloniali e semplici villaggi color ocra. Scopriamo anche mercati vibranti, scuole e riserve naturali, il tutto a ritmo lento, lentissimo. Il battello in questione è il Bou El Mogdad, che offre una crociera unica nel suo genere: un viaggio nel cuore dell’Africa Occidentale pochissimo battuta dal turismo, dove la storia si intreccia con la vita quotidiana, e la natura si mostra in tutta la sua autenticità.
Bou El Mogdad, un battello con un’anima


Costruito nel 1950 nei Paesi Bassi per le “Messageries du Sénégal”, il Bou El Mogdad ha inizialmente operato come nave cargo e passeggeri lungo il fiume Senegal tra Saint-Louis e Kayes in Mali. Dopo un periodo di abbandono, è stato trasformato in nave da crociera nel 1980. Nel 2005, grazie a Jean-Jacques Bancal e altri soci, è tornato a navigare regolarmente sul fiume Senegal. Parte da Saint Louis ma ora naviga solo fino a Podor. Oltre il fondale del fiume è troppo basso e procedere diventa difficoltoso. Il Bou El Mogdad è bellissimo: i ponti in legno, i salottini all’aperto e un bar con vista fiume creano un ambiente rilassato e fuori dal tempo. E per chi lo desidera, c’è anche una piccola piscina.
Viaggio dal colonialismo francese al cuore del Sahel


La crociera a bordo del Bou El Mogdad dura 7 giorni, di cui l’ultimo (o il primo) è di spostamento via terra. Si naviga da Saint-Louis a Podor (o viceversa), con soste quotidiane per visitare villaggi, città storiche e riserve naturali. Ogni giornata è scandita da escursioni, pasti a bordo con cucina senegalese e momenti di contemplazione lungo il fiume. La vita a bordo è semplice ma calorosa: le 25 cabine sono essenziali ma confortevoli, il personale è accogliente e il ritmo lento invita a rallentare e osservare. Il fiume Senegal segna il confine. Sulla sinistra (andando verso nord) avete la Mauritania, sulla destra il Senegal.
L’itinerario del Bou El Mogdad


La nostra crociera è iniziata di sabato da Saint Louis, risalendo quindi il fiume Senegal, fino a Podor, dove siano arrivati di giovedì. Il venerdì siamo stati riportati a St. Louis. A Saint Louis faceva fresco e ci siamo messi un golfino leggero, a Podor c’erano 40 gradi all’ombra. Questo in aprile. Ovviamente si può percorrere l’itinerario anche al contrario, partendo da Podor di sabato. Di notte il Bou El Mogdad non viaggia e si dorme ancorati in mezzo al fiume. Le crociere hanno luogo unicamente da ottobre a maggio, durante la stagione secca. Diverse agenzie la offrono, ma potete prenotarla direttamente dal loro sito, come abbiamo fatto noi. Visitate www.bouelmogdad.com e scrivete una mail in francese per prenotare.
Saint-Louis – 1 giorno


La nostra partenza con il Bou El Mogdad è avvenuta a Saint-Louis, a quasi 4 ore di auto da Dakar. Saint-Louis è un gioiello coloniale patrimonio UNESCO, con i suoi edifici pastello, il celebre Pont Faidherbe e l’atmosfera vibrante. La visita della città è avvenuta in calesse. Per prima cosa abbiamo esplorato il centro storico, passando davanti ad edifici coloniali, alla grande moschea e alla cattedrale. Abbiamo poi attraversato il Pont Faidherbe per uscire dall’isola e siamo arrivati al quartiere dei pescatori Guet Ndar, situato sulla Langue de Barbarie. Questo uno dei luoghi più vivaci e fotogenici. Immaginatevi centinaia di piroghe colorate, pescatori al lavoro, reti stese al sole e le onde dell’oceano che si infrangono sulla spiaggia.
Parco nazionale di Djoudj – 2 giorno


Dopo aver attraversato la chiusa di Diama, il Bou El Mogdad naviga verso il Parc National des Oiseaux du Djoudj, la terza riserva ornitologica più importante al mondo e patrimonio mondiale dell’UNESCO. Questo parco paludoso si estende su oltre 16.000 ettari e si vista in piroga. Con la scialuppa del battello si entra in un braccio laterale del fiume e poi ci si trasferisce su una piroga del parco. Djoudi è un ecosistema perfetto per migliaia di uccelli migratori. Durante la visita abbiamo visto pellicani bianchi in enormi colonie, aironi, cormorani, spatole africane, fenicotteri rosa e aquile pescatrici. Sulle sponde ci hanno detto che a volte si avvistano anche coccodrilli del Nilo e varani, ma noi abbiamo visto solo zebù e diverse famiglie di facoceri.
Richard-Toll – 3 giorno


Toll in wolof significa giardino, quindi Richard Toll significa “il giardino di Richard”. Ma chi era questo Richard? Un orticultore francese che nel 1830 iniziò una vasta coltivazione di canna da zucchero. E difatti nel programma c’è la visita alla fabbrica di zucchero CSS (Compagnie Sucrière Sénégalaise) così da capire quanto questo prodotto sia importate nell’economia locale. In pratica tantissimo, la nostra guida metteva ben sei zollette di zucchero in una tazza di caffè. E’ il nostro giorno fortunato: oggi danno fuoco ad una parte della piantagione, così da semplificare il lavoro di raccolta. In 25 minuti vengono uccisi serpenti velenosi e bruciate le foglie. Il giorno successivo le canne da zucchero vengono tagliate e raccolte. Terminiamo la giornata ammirando ciò che resta della Folie du Baron Roger, un’antica villa/castello coloniale, del XIX secolo pensata come una “piccola Versailles” africana.
Dagana – 4 giorno


La cittadina di Dagana è conosciuta come “la porta del Waalo”. Il Waalo era uno dei regni tradizionali precoloniali più importanti del tratto inferiore, abitato principalmente dall’etnia Wolof. Comprendeva regioni sia del Senegal che della Mauritania. Nella piazza principale di Dagana, troneggia un grande busto dell’ultima regina Waalo, Ndatté Yalla Mbodj. In epoca coloniale, Dagana era un punto di scambio commerciale molto attivo: da qui passavano merci, schiavi e prodotti agricoli destinati a Saint-Louis o all’Europa. Attraversiamo il vivace mercato, visitiamo il suo forte coloniale, mangiamo il tipico Thiéboudiene sotto i manghi, e visitiamo una scuola elementare all’avanguardia, la Amadou Basse Sall. Ha relativamente pochi studenti per classe (una trentina), un preside illuminato e un corpo docenti motivato. Qui il tasso di promozione, sempre meritato, è del 100%. Una bella sorpresa.. h
Goumel e Deguemberé – 5 giorno


La scialuppa del Bou El Mogdad ci porta sulla riva del fiume, per recarci a piedi a visitare un villaggio Peul, quello di Goumel. I Peul sono allevatori nomadi. Vivono in capanne di paglia ben intrecciate dalle donne e allevano bestiame, che è curato dai bambini e dagli uomini. Sulle riviste si legge che sono l’etnia più bella al mondo. Non è vero: qui sono poverissimi e trasandati. I bambini non vanno a scuola, hanno le ciabatte scompagnate e molti nemmeno quelle. Molto diverso è il villaggio Toucouleur di Deguemberé. Sono un sottogruppo dei Peul, sedentarizzati. Vivono in case di fango essiccato, hanno una scuola, una moschea, televisori e un’enorme risaia. Qualcuno ha anche una moto o una carretto trainato da un cavallo. Però il pozzo è rotto, e manca l’acqua potabile. Il relativo benessere, quindi, è solo apparente.
Podor – 6 giorno


L’ultima tappa del Bou El Mogdad sul fiume Senegal è Podor, un’antica postazione commerciale francese. Questa cittadina era strategica per il commercio fluviale: arachidi, gomma arabica e schiavi. Qui troviamo un vecchio forte un po’ dismesso, antiche case di mercanti affacciate sul fiume, un piccolo museo e un fascino sospeso nel tempo. Vediamo anche due guesthouse lussuose, all’interno di case storiche restaurate. Dopo aver attraversato il mercato, c’è un enorme viale, con un marciapiede. E’ il primo che vediamo dopo aver lasciato Saint Louis. Modernità? Solo apparente. Per la prima volta vediamo un gruppo di persone che lavano i vestiti nel fiume, a pochi passi dal nostro battello. Una donna addirittura si scopre il busto e si lava.
Perché scegliere una crociera sul Bou El Mogdad in Senegal?


La risposta è semplice: è un’esperienza autentica. Una crociera fluviale sul Bou El Mogdad è perfetta per i viaggiatori curiosi, per chi ama la storia, la natura e le culture lontane dai circuiti turistici di massa. Offre molte comodità ma non certo il lusso. E anche tante emozioni: il volo degli aironi, i sorrisi dei bambini nei villaggi e la maestosità dei tramonti africani. Con i bambini? Se piccoli non la consiglierei. Il battello non offre lo standard moderno di sicurezza, nel senso che le scale sono ripide e i corrimani non a norma (da noi, ovviamente). E’ facile cadere in acqua se non si presta attenzione. Per gli adulti, nessun problema. Solo una donna era bordo con tre figlie, di cui una di circa 2 anni. In passato era stata la direttrice della crociera, quindi sapeva benissimo a cosa andava incontro. Era tranquilla? Nemmeno un po’.