Se state viaggiando da Milano verso Pavia a un certo punto vedrete un eco-mostro: la torre Telecom di Rozzano. Noi in verità andavamo proprio a Rozzano e quando l’ha saputo l’adolescente di casa è inorridito. Ha detto che è territorio di gang, risse e anche omicidi. Il rapper Paky (chi è?) viene da lì – dalle case popolari. Ma anche personaggi più rispettabili: Michele Alboreto, Fedez, Biagio Antonacci e lo scrittore Jonathan Bazzi (leggete “Febbre”, una meraviglia!).
Noi ci siamo andati perché è il luogo più vicino a casa (un ora e trenta di auto!) dove c’è l’Humanitas con la risonanza magnetica aperta, per claustrofobici. Entrando in città, abbiamo chiuso le portiere. A dire il vero, i problemi ci sono principalmente nelle case popolari, e noi non le abbiamo viste. Mentre aspettavamo il dischetto della risonanza abbiamo fatto due passi, mangiato divinamente e scoperto un esempio di street art davvero interessante: il Muro degli Inventori.
Il Murales di Leonardo da Vinci a Rozzano
Il graffito più bello, staccato un pochino dal Muro degli Inventori vero e proprio, è dedicato a Leonardo da Vinci, una figura iconica nel mondo delle invenzioni e dell’innovazione. Leonardo è noto per la sua genialità nelle arti e nelle scienze, e gran parte della sua fama è legata alle sue straordinarie invenzioni tra cui il progetto del primo elicottero, la macchina volante, il carro armato e il ponte autoportante. Queste idee, sebbene non sempre realizzate concretamente nel suo tempo, dimostrano la sua visione rivoluzionaria e la sua capacità di anticipare il futuro.
Il Muro degli Inventori
Il Muro degli inventori è muro blu intenso sullo stabilimento della FAET, una ditta produttrice di componenti di macchinari nel centro di Rozzano, fra via Marconi e via Manzoni. Non è un muro qualsiasi: è ricco di graffiti raffiguranti i volti di importanti inventori moderni o contemporanei. E sì, fa un po’ strano incontrare questo bell’esempio di arte urbana, che si confonde fra capannoni e ipermercati (sta di fronte all’Esselunga).
C’è Ernesto Breda, fondatore della Ansaldo, grande azienda italiana del passato attiva nella produzione di locomotive, originario di Campo San Martino, in provincia di Padova. Accanto a lui c’è il livornese Galileo Ferraris, l’inventore del motore elettrico in corrente alternata. Tutte queste informazioni le leggiamo sui muri, e a dire il vero non le capiamo.
Gli inventori seguenti che si affacciano sul muro degli inventori di Rozzano non sono italiani. Incontriamo il serbo Nikola Tesla, ovvero lo scopritore del campo magnetico rotante, e di seguito il fisico e matematico scozzese James Clerk Maxwell, un famoso teorico dell’elettromagnetismo.
Proseguiamo lungo il Muro degli Inventori. Si torna in Italia. Ecco il milanese Ercole Marelli, precursore dell’industria elettromeccanica italiana, e poi il toscano Antonio Pacinotti, l’inventore della dinamo e del motore in corrente continua. Ecco, almeno la dinamo sappiamo cosa è.
Eccoci alla fine. Come penultimo inventore a Rozzano incontriamo l’ungherese Titusz Blathy, l‘inventore del trasformatore. Siamo felici: il trasformatore sappiamo bene cosa è. Per terminare un “doppio murale”: Charles E. L. Brown di Winterthur (davvero!) e Walter Boveri, imprenditore tedesco naturalizzato svizzero. I due sono i fondatori della società svizzera ABB. – una multinazionale con sede a Zurigo operante nella robotica, nell’energia e nell’automazione.