Oggi vogliamo parlarvi di un posto super interessante che abbiamo visitato di recente: il Museo della Comunicazione di Berna. So cosa state pensando: un museo sulla comunicazione? Non sembra molto eccitante, vero? Ma fidatevi, questo posto è davvero fantastico anche perché non è pensato esclusivamente per i bambini ma farà divertire anche voi adulti. Il Museo della Comunicazione è tutto tranne che noioso!


Come arrivare al Museo della Comunicazione di Berna
Noi ci siamo arrivate in giornata con il treno da Lugano. Per raggiungere il museo non servono grandi mappe. Camminate fino a Palazzo Federale, attraversate il ponte che passa sopra il fiume Aare e proseguite dritto fino a una torre-castello. Ecco, quello che vedete è il Bernische Historisches Museum che ospita anche il Museo di Albert Einstein. A proposito, leggete il nostro articolo “Museo Albert Einstein, Berna: viaggio nella mente di un genio”. Il museo della comunicazione si trova giusto a due minuti a piedi dietro all’edificio. Anche in questo museo, presentando all’ingresso la carta Member Plus di Raiffeisen, l’entrata è gratuita.
Cosa c’è al suo interno?

Il museo della comunicazione di Berna è un luogo che esplora l’evoluzione delle comunicazioni umane nel corso dei secoli, lasciandoci innumerevoli spunti di riflessione. Quali strumenti venivano e vengono usati per comunicare? Cosa significa comunicare e cosa comunichiamo di noi stessi? Attraverso esperienze, giochi e attività interattive, questo museo chiede ai visitatori di mettersi in gioco e di partecipare attivamente come protagonisti, in maniera coinvolgente e divertente. Niente stanze polverose e oggetti intoccabili qui!
La visita al Museo della comunicazione di Berna
Una volta entrate e posato gli zaini negli armadietti, abbiamo ricevuto un’audio-guida molto particolare: un vecchio walkman con una cassetta registrata, in italiano. I pannelli espositivi invece sono in inglese/tedesco/francese. I bambini davanti a noi l’hanno guardato come se fosse un oggetto di provenienza aliena.
Questo walkman ci ha condotto lungo un percorso molto carino, pieno di aneddoti e curiosità divertenti. Siamo partite utilizzando un gettone per la foto iniziale (che ci siamo dimenticate di ritirare all’uscita!).Dopo siamo andate alla scoperta di tutti i mezzi di comunicazione. C’erano tutti: il primo computer, il primo telefono, il telegrafo, il primo cellulare, la posta, la fotografia, il cinema, la fotografia…

Il percorso guidato
Lungo questo “percorso guidato” ci sono un sacco di giochini da fare, riguardanti il linguaggio e la comunicazione. Abbiamo anche trovato interessanti quesiti che riguardano la privacy, che ci hanno fatto riflettere su cosa è opportuno o non opportuno condividere.
Non elencheremo tutte le postazioni che troverete al museo della comunicazione, per non togliervi tutta la sorpresa. Queste però sono a nostro parere le 5 cose più divertenti da fare, con i bambini ma anche tra adulti! Noi ci siamo divertite un sacco, soprattutto nella parte del doppiaggio della scena di un film!
1. Il Gioco dei dialetti
Indovinare il dialetto dei vari cantoni, di tutta la Svizzera, Ticino compreso. E non è per niente facile!
2. Il Teatro del doppiaggio
Potrete scegliere una scena di un famoso film e interpretarla (da soli o in coppia con amici) oppure doppiarne le frasi. La scena verrà registrata e proiettata su un pannello visibile da tutti!
3. Creare il proprio francobollo
Un francobollo vero e utilizzabile, con la propria immagine impressa sopra (qui ci siamo proprio sbizzarite!)
4. Scattarsi e stampare una foto
Questa foto andrà inserita in un pannello ed unendosi ad altre foto formerà un’immagine più grande
5. Comunicazione verbale e non verbale
Quiz su chi appare più affidabile in base a come si mostra o a come parla


Alcuni aneddoti interessanti al museo della comunicazione
A Berna, durante il percorso all’interno del museo della comunicazione, il vostro walkman vi guiderà tra le postazioni più interessanti, svelandovi diversi avvincenti e curiosi aneddoti.
La rapina del secolo
Passerete davanti ad un furgoncino bianco mezzo bruciato che sicuramente attirerà la vostra attenzione: cosa sarà? E soprattutto perchè un furgone bruciacchiato si trova dentro il museo? Scoprirete che si tratta di un furgoncino utilizzato per commettere una rapina epocale. Nel 1997 cinque rapinatori svaligiarono la posta di Fraumünster a Zurigo, rubando ben 53 milioni di franchi. In seguito diedero fuoco al furgoncino utilizzato per la fuga. È la più grossa rapina a un ufficio postale della storia. Il colpo era stato pianificato in maniera accurata, ma i ladri avevano dovuto lasciare sul posto due casse con ben 17 milioni di franchi perchè sul furgone non ci stavano!
Dieci giorni dopo il furto, nella rete degli investigatori finirono il presunto mandante, tre rapinatori, diversi spalloni e l’impiegato postale che aveva fornito le informazioni e che aveva iniziato a parlare dopo l’arresto. In totale furono arrestate 18 persone e recuperati 20 milioni di franchi. All’appello mancavano ancora due rapinatori, che vennero entrambi arrestati nel giro di un anno. L’ultimo si era trasferito a Miami creandosi una falsa identità, ma qualche mese dopo aveva telefonato alla sua fidanzata in Svizzera. Per questo errore era stato intercettato e rintracciato: nostalgia canaglia!

Il telefono del sacerdote eritreo
Anche in questa storia il telefono riveste un ruolo fondamentale ed è stato il mezzo per salvare tante vite umane. Don Mussie Zerai Yosief è un sacerdote eritreo, emigrato giovanissimo in Italia, che ha speso la propria vita ad aiutare i profughi e i rifugiati di tutto il mondo. Tutto è iniziato quando, nel 2003, il sacerdote ha dato il proprio numero di cellulare ad alcuni migranti, dopo aver aiutato un giornalista italiano imprigionato in Libia.
Da allora il suo telefono non ha mai smesso di squillare e il suo numero è inciso sui muri delle prigioni libiche, come ancora di salvezza per chi vi è rinchiuso. Lo si trova anche nei capannoni dei trafficanti e sulle pareti dei cassoni dei camion che attraversano il deserto. Nonostante gli attacchi ricevuti del corso degli anni, “l’angelo dei profughi” sta continuando la propria missione. Nel 2015 Don Zerai è stato candidato al Nobel per la Pace e ha ricevuto molti premi e riconoscimenti internazionali per la sua lotta dal grande valore umano. E tutto è cominciato grazie ad un vecchio telefono cellulare!
Il piano superiore: dedicato a mostre temporanee

Il piano superiore del museo è invece attualmente dedicato al rispetto dell’ambiente, ai cambiamenti climatici, ai temi del riciclo e dell’ecosostenibilità. Ospita la mostra “Planetopia” (dal 22 novembre 2022 al 23 luglio 2023).
Berna non è solo musei. Se volete visitare questa magnifica città non perdetevi il nostro articolo: “Berna con bambini: 8 luoghi da non perdere”.

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