“Buongiorno, amore, oggi si parte per un’avventura”. Una faccia assonnata mi guarda, con un espressione mista fra la sorpresa e l’alterato (ma non devevamo andare a Assokappa a comperare dei mazzi di carte speciali e libri di magia?!). Ecco il programma: colazione, lavarsi, vestirsi, mascherina per dormire in aereo, carta identità e si parte. Volo per? No, niente aereo, niente meta esotica. Andiamo in un museo tutto speciale, dove si tocca piuttosto che guardare: il Museo Tattile di Varese.
La faccia si rasserena: allora si va anche ad Assokappa? Certo che sì e poi al ristorante. Nel pomeriggio invece ho prenotato la visita al museo… insomma, ci aspetta una bella giornata. Con questa prospettiva, i tempi di preparazione si riducono a 30 minuti – poi se ne aggiungono 10 perchè non trovo le mascherine per gli occhi, che sono fondamentali. Se non ne avete, va bene anche una sciarpa.
Come funziona un museo tattile
Un museo tattile ha due scopi: permettere a persone non vedenti e ipovedenti di avvicinarsi all’arte, e far sì che persone vedenti possano avvicinarsi al mondo di coloro che non hanno il dono della vista. In un museo tattile ci sono che ha dei percorsi che spiegano l’arte attraverso il tatto – in altre parole: divieto di non toccare.
Cosa troverete? Opere oppure riproduzioni delle stesse, magari in scala nel caso dell’architettura. A volte ci sono audioguide che illustrano ciò che si tocca, a volte capita la splendida Alice, che ha reso la nostra visita al Museo Tattile di Varese davvero speciale. Alice ci ha offerto tanti spunti su cui riflettere, oltre a precise informazioni su cosa fare in zona (ed un luogo top per gli aperitivi). Preziosissima, in tutti i sensi.
Il Museo Tattile di Varese
Il Museo Tattile di Varese è diviso in due percorsi, entrambi tattili. Il primo percorso ci porta alla scoperta dell’architettura, grazie ad una serie di interessanti modellini in legno. Qui toccherete con mano (è il caso d dirlo) importanti monumenti in Italia e all’estero. Il secondo percorso invece è decisamente ludico, con diversi giochi tattili o sonori con cui divertirsi. Tutto è pensato per un pubblico multigenerazionale: adulti e bambini (dai 5 anni).
Tocchiamo l’architettura
Noi vedenti ci muoviamo, viaggiamo, vediamo (e fotografiamo)… ma come permettere ad un non vedente di visitare un monumento? Alice ci invita a bendarci gli occhi e poi ci mette tutti e tre in fila, dal più piccolo al più grande. Inizia la nostra esperienza al Museo Tattile di Varese. Con calma ci guida verso al primo modellino. Tocchiamo…. sembra rotondo, sarà il Colosseo? No, non ci sono le arcate. Anzi, a “palparlo” bene notiamo che la forma è ottogonale. Alice ci prende la mano uno per uno e ci fa toccare un puntino accanto al modellino: è un uomo. Il monumento è enorme e noi… non lo riconosciamo!
Passiamo ad un altro modellino… questo ha delle arcate. Colosseo? No, non ha una forma ben definita, quindi non lo è, e non è neppure un palazzo. Il ragazzino dice: “C’è un’altra fila di arcate”. “Dove?” chiede la mamma, senza pensarci. Risponde il ragazzino: “Sopra!“. A domanda stupida è seguita una risposta ugualmente poco intelligente. Sopra cosa??? Io non so dove hai le mani tu, tu non sai dove ho le mani io. Dove e sopra non significano nulla se non si hanno i riferimenti visivi a cui siamo abituati…
E così via. Alcuni modellini li guardiamo senza gli occhi bendati, altri con. Posso dirvi che alla fine il Colosseo l’abbiamo trovato – ad occhi aperti. Ad occhi chiusi invece abbiamo riconosciuto solo la Piramide di Cheope al Cairo. Insomma, una pessima figura.
Giocare senza vedere al Museo Tattile di Varese
Passiamo alla parte ludica. Domanda: quali giochi posso fare se non ci vedo? Le possibilità sono numerose e la fanno da padrone i memory, tattili e sonori. Quelli sonori sono quelli che ci piacciono di più, e dove ce la caviamo meno bene. Cominciate a collezionare ovetti Kinder (la parte in plastica) e realizzatene uno anche voi, con materiali che avete già in casa, oppure di recupero. Qui trovate le istruzione per realizzare un memory sonoro.
Altri giochi: domino, con tessere più grandi e bottoni usati come pallini rialzati, labirinto, puzzle tridimensionale. Un altro gioco che potete realizzare è quello della scatola magica: bastano due fori sopra, grandi abbastanza per fare passare le braccia di un bambino, e due maniche di camicia dove infilare le braccia. All’interno mettete oggetti di vario tipo e materiale. Il ragazzino si è divertito ed ha riconosciuto tutto, con una sola esitazione: una grossa candela. Morale della favola: mai dare nulla per scontato.
Riflessioni riguardo il mondo dei non vedenti
Dopo la nostra visita al Museo Tattile di Varese spontaneamente ci è venuto da chiederci: perché ogni monumento che visitiamo non ha il suo modellino tattile in loco? Perchè privare una persona della gioia di vedere, seppur con le mani, il mondo che ci circonda? Dovrebbe essere un diritto universale. E perchè non accompagnarlo con una descrizione in Braille?
E poi ancora: come è nato il Braille? Come funziona? Scopriamo che è molto semplice, ogni lettera ha il suo sistema di pallini in rilievo, e per leggerlo si usano due dita. Una decifra la lettera, l’altra controlla dove finisce una lettera ad inizia un’altra. Diversamente dalla lingua dei segni (ogni lingua ha la sua) il Braille è un codice universale. Non ci sono solo lettere, anche numeri, punteggiatura e note musicali. Altra domanda: perchè non impariamo a scuola il Braille? Appunto…
Per informazione: a Milano c’è il Museo Louis Braille, che si trova all’interno dell’Istituto dei Ciechi di Milano. Non siamo mai stati, ma il sito parla di un’esposizione di macchine, libri stampati per ciechi e materiali di vario genere. Insomma, da mettere in agenda.
La Svizzera per non vedenti (o ipovedenti)
Cosa offre la Svizzera alle persone non vedenti? Bene, anzi male – a livello museale. Un museo tattile come quello di Varese non esiste. Nella nostra bella confederazione si salva solo lo Steinmusem Solothurn di Soletta. Qui è possibile esplorare con il tatto gli oggetti esposti, e c’è anche un’audioguida che li descrive. Per il resto… non mi risulta nulla.
Va un pochino meglio riguardo le esperienze “alla cieca“. A Mendrisio c’è l’interessante Percorso Cometa: un sentiero nel bosco che permette alle persone con disabilità visive di passeggiare nella natura senza bisogno dell’aiuto di accompagnatori. Ne abbiamo parlato nel post il Percoso Cometa di Mendrisio. Provatelo anche voi.
Volete provare l’esperienza di mangiare al buio? In molte città svizzere è possibile. A Lugano rivolgetevi a casa Andreina: noi l’abbiamo fatta ed è stata un’esperienza davvero “illuminante”. Dettaglio non da poco: 0 macchie sui vestiti! Trovate tutte le informazioni sul sito Moscacieca. Esperienze analoghe in Svizzera potete trovarle a Zurigo al Dunkelrestaurant Blindekuh Zürich, a Basilea al Dunkelrestaurnt Blindekuh Basel, a Ginevra al Restaurant Téséo de l’hôtel Warwick e a Posieux (Friburgo) presso la brasserie La Croix Blanche.
Musei tattili in Italia
In Italia i non vedenti e gli ipovedenti se la passano meglio che da noi. In tutta la penisola ci sono cinque musei tattili e almeno altri tre musei con sezioni tattili. Ve li elenco brevemento e vi lascio un utilissimo link, nel caso se vi servissero maggiori informazioni.
– Museo tattile Statale Omero (Ancona). Calchi da copie al vero, in gesso e resina, di capolavori dell’arte classica.
– Il Museo dei Botroidi (o Pupazzi di pietra), (Pianoro, Bologna). Sassi a forma di esseri umani che risalgono all’epoca pliocenica.
– Polo Tattile Multimediale (Catania). Le più belle opere architettoniche mondiali e un giardino sensoriale.
– Muse Anteros (Bologna). Repliche dei più celebri dipinti dal Medioevo all’Età moderna in bassorilievo.
– Museo tattile di Varese (Varese). Storia, archeologia e urbanistica di città e civiltà antiche e moderne.
– Museo Correr (Venezia). Propone alcune sezioni ttattili con pannelli in braille in sale specifiche.
– Musei Vaticani (Roma). Ci sono dei percorsi tattili e multi sensoriali.
– Museo Egizio di Torino, ha un percorso intitolato” Toccare l’Arte” dove è possibile toccare delle riproduzioni.