Il Castello di Chillon si trova nel cantone di Vaud, sul lago Lemano, lungo la cosiddetta “Riviera Svizzera”. In pratica quello splendido lembo di terra che comprende l’aea che da Montreux (ed aree limitrofe) porta a Vevey, dove non potete mancare di visitare l’Alimentarium. Questo castello medievale si trova a Veytaux ed è considerato il più bello della Svizzera, il più famoso e senza dubbio il più visitato. Costruito su uno sperone roccioso, è costituito da un centinaio di costruzioni indipendenti che, nei secoli, furono a poco a poco unite fino a formare un unico edificio. Il nome Chillon deriva da una parola celtica che significava “piattaforma rocciosa“
La visita al Castello di Chillon è super consigliata: la sua posizione, la sua grandezza, l’ottimo stato di conservazione e un accurato restauro lo rendono davvero “imperdibile”. E’ possibile effettuare visite libere con audioguida (in 17 lingue, italiano compreso!) o guidate. C’è un percorso speciale per bambini, dove Drako – il piccolo drago del castello – accompagna i più piccoli nella visita e li invita a scoprire angoli suggestivi, curiosità e misteri ancestrali. Il dépliant (in francese, tedesco e inglese) è da richiedere alla cassa. Infine c’è la possibilità di prendere parte a visite guidate seguite da una degustazione di vini – come nel nostro caso – e scoprire aneddoti davvero interessanti. Per i soci Raiffeisen (incl. 3 bambini) con la carta Maestro o V PAY, MasterCard o Visa Card Raiffeisen l’ingresso è gratuito.
Visita alla fortezza di Chillon
Il castello di Chillon è di forma ovale e questo è dovuto al fatto che l’isolotto roccioso sul quale è stato costruito è appunto ovale. La fortezza è divisa in due parti: quella vista lago fungeva da residenza, quella verso terra – dove ci sono le torri, le feritoie e la doppia muraglia – era la parte difensiva della fortezza. Sono presenti 4 cortili, di cui ben 3 nel lato residenziale, di cui uno ad uso esclusivo della famiglia reale. Ma chi viveva nel castello? La famiglia Savoia in estate, ma per il resto dell’anno non era certo abbandonata: c’erano i servi con i loro animali ed il castellano.
I luoghi delle visita sono tanti, anzi tantissimi. Si inizia dai sotterranei, dove c’era la prigione. Costruiti in stile gotico sono impressionanti, così come la storia di Francois Bonivard, legato ad una colonna per 4 anni. Se vi interessa la sua vicenda è narrata nella poesia The Prisoner of Chillon di Lord Byron. Poi ci soffermiamo sul secondo cortile, dove svetta il mastio – la torre rifugio alta 8 metri. I bambini sono i primi (egli unici) ad accorgersi che manca un portone di ingresso: si entrava tramite una scala, che poi veniva rimossa. Visitiamo sale, salette e la sala banchetti, camere con passaggi segreti che in passato erano celati dietro ad arazzi, camere da letto, sala da bagno e toilette.
Scene di vita quotidiana nel castello
Quello che è piaciuto maggiormente ai bambini, è stata la narrazione di diverse scene di vita quotidiana – così diverse dai giorni nostri da sembrare “inventate”. Quelle più gradite sono quelle legate al cibo (e all’alcol) e all’igiene personale. Ve le riporto, come curiosità.
I banchetti in stile Savoia
La dispensa della fortezza di Chillon è un luogo di perdizione. Scopriamo che in passato si beveva, circa 2 litri di vino al giorno – adulti e bambini – in questo caso “leggero”, allungato con l’acqua. Era credenza che vino (ma anche birra) erano salutari, facilitavano la digestione, ed erano anche ottimi medicinali per curare raffreddori e la peste.
Riguardo al cibo, si mangiava con le mani ed i banchetti erano vere prove di resistenza. Una brigata di 10 cuochi per ogni giorno di “baccanali” si trovava a cucinare 160 maiali, 200 capre, 200 agnelli, 100 vitelli, 2000 volatili e 6000 uova, oltre a cacciagione. Gli uomini di chiesa invece spesso non mangiavano carne, quindi si servivano anche pesci di ogni tipo: delfini, merluzzi, sogliole, orate, storioni, salmoni, anguille, trote, carpe, pesce persico. Anche cigni, che erano molto prelibati. Spezie? Erano preziose, quindi si sfoggiavano. E i contadini? Loro erano poveri e dovevano accontentarsi di miele, cereali, formaggio e verdure. I nobili ed i ricchi invece non le toccavano, essendo prodotti “usciti dalla terra”, quindi sporchi.
Igiene personale
Bene, l’igiene personale, per i nostri standard, lasciava un po’ a desiderare. Nella credenza che farsi il bagno portava malattie, non ci si lavava. Però poi si puzzava… che fare? Si utilizzava acqua di rose in abbondanza e ci si limitava a lavare solo viso e bocca. L’osso di seppia serviva per pulire i denti, i semi di finocchio per profumare l’alito. La pietra di allume si usava come deodorante mentre la fabbricazione del sapone era con cenere e grasso di maiale, a cui si aggiungeva olio di oliva per migliorarne l’odore.
I gabinetti non c’erano, ma i ricchi avevano apposite sedie con un buco ed un raccoglitore, così da non scomodarsi durante la notte; poi al mattino si buttava tutto nel lago. Diversa invece era la situazione nella saletta con “le latrine”: un asse con 2 buchi (già, i bisogni fisiologici si espletavano meglio in compagnia) e sotto un bel vuoto di 13 metri – ed il lago. A fine giornata questo è stato il commento di un ragazzino abbastanza compiaciuto: c’è più fantascienza nel castello di Chillon che in Star Wars.
Breve storia del castello di Chillon
La storia del Castello di Chillon ha inizio nel 1100, quando viene eretta la torre rettangolare centrale, il mastio. Furono i Savoia a costruirla e scelsero questo luogo per motivi pratici. Con il lago davanti e le montagne dietro, il luogo era protetto in maniera naturale. Ma soprattutto li accanto passava la Via Francigena: una costruzione in un luogo così strategico permise loro di chiedere un dazio a chiunque volesse transitarvi. Nel 1300 il castello si ingrandisce e prende la forma ovale dell’isolotto roccioso: diventa residenza estiva savoiarda, fortezza e prigione.
Nel 1536 la fortezza passo poi in mano ai bernesi, che la conquistano senza fatica. Il castello diventa anche arsenale nonché centro amministrativo del baliaggio di Vevey. Nel 1798 il castello di Chillon torna al Canton Vaud, attirando numerosi visitatori famosi: Jean Jacques Rousseau, Viktor Hugo, Lord Byron, Percy Bisshe Shelley. Degli ultimi due potete vedere i nomi incisi sulle pareti e sulle colonne dei sotterranei – il che li rende vandali di altri tempi. 120 fa circa inizia il meticoloso restauro durato 60 anni e grazie al quale la fortezza può vantare il titolo di monumento più visitato della Svizzera.
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