Le grotte sono sempre un po’ misteriose, di quei misteri che piacciono ai bambini di ogni età, senza però spaventarli. E’ stata una tappa fondamentale del nostro viaggio on the road di due settimane in Francia, anche se la visita è stata effettivamente un po’ lunga e – soprattutto – non libera. Quelle che comunemente vengono chiamate Grotte di Lascaux sono in realtà una grotta unica con più sale al suo interno. Si trova nei pressi di Montignac, un piccolo villaggio della Dordogna.
La Grotta Lascaux è patrimonio UNESCO dell’umanità ed è anche il sito preistorico più noto al mondo per le sue pitture parietali, risalenti a poco meno di 20’000 anni fa. Un po’ come le incisioni rupestri del Gobustan in Azerbaijan, solo che qui in prevalenza si tratta di animali dipinti su pareti, al coperto. I soggetti dipinti? Principalmente animali, in entrambi i siti – più qualche strano segno, forse indicante fenomeni astronomici.
Lascaux, 20’000 anni fa
20’000 anni fa eravamo nell’era glaciale. Non vuol dire che c’era ghiaccio dappertutto, però. L’estate esisteva ed era breve e fredda – meno di 10 gradi; l’inverno invece durava 6 mesi e le temperature erano di circa – 20 gradi. Insomma, un clima non piacevole e non propizio a continui spostamenti, a meno che non fosse necessario per la sopravvivenza. C’erano animali feroci, ma non i grandi mastodonti: tutta la mega-fauna era allora estinta.
Chi viveva a Lascaux fino 20’000 anni fa? L’uomo di Cro-Magnon, il predecessore dell’Homo Sapiens. Un uomo più alto di noi (hanno trovato uno scheletro alto 2.05 metri), che preferiva la vita in clan di 15-20 persone, costruiva oggetti d’uso comune, anche raffinati. Possedeva un linguaggio complesso, costruiva archi e frecce, cacciava, pescava, raccoglieva cibo e dipingeva grotte. Perché? Non certo per abbellire il luogo dove viveva, dato che le sue abitazioni erano capanne o rifugi ricavati sotto speroni di roccia. Conosceva il fuoco e lo utilizzava per proteggersi dagli animali, per illuminare, per cucinare e per riscaldarsi.
La scoperta delle Grotte di Lascaux
Era il 12 settembre 1940 e quel giorno 4 ragazzi di Montignac tra i 13 e 18 anni e un cane chiamato Robot passeggiavano fra i boschi. Robot ad un certo punto sparì: aveva trovato per caso il piccolo ingresso di una grotta. Scavarono un po’ per ingrandire il passaggio ed entrare, poi nella penombra videro le pareti ed il soffitto ricoperti da pitture meravigliose. Capirono subito di aver fatto una scoperta importante quindi tornarono in paese e lo dissero al maestro del villaggio, il signor Laval, appassionato di archeologia. E lui che fece? Li derise e disse qualcosa di simile: ” siete i soliti cretini!”
Passarono 5 giorni e in paese si sparse la voce, così Laval si sentì in obbligo di recarsi alla grotta. I giovani lo accompagnarono al suo interno e quando ne uscì Laval era in preda all’estasi. Pare abbia affermato: “sono diventato completamente pazzo!”. Le figure dipinte sono tantissime, una di seguito all’altra e a volte anche sovrapposte: ricoprono interamente le pareti. Laval riconoscendo i propri limiti, chiamò un abate, monsignor Breuil, che era conosciuto come il più famoso esperto francese di arte preistorica. Nel corso degli anni tutti volevano ammirare i dipinti della grotte di Lascaux.
Visita alle Grotte di Lascaux
Le visite classiche alle grotte di Lascaux durano 1 ora e 30 minuti e sono in piccoli gruppi, accompagnate da una guida. In estate ci sono visite in francese e in inglese ogni 15 minuti, dalle 8 del mattino alle 10 di sera, mentre il resto dell’anno aprono più tardi e chiudono prima. Le visite vanno prenotate sul sito e con largo anticipo. Ci sono anche le visite “Prestige”, solo in estate, che sono più approfondite. Inoltre ci sono le visite gastronomiche, sempre e solo nei mesi estivi: il mercoledì la cena Cro-Magnon e il venerdì la cena Art Pariétal et Gastronomie. Se avete parecchio tempo a disposizione ci sono biglietti combinati con altre grotte, parchi tematici o attrazioni.
Con il trascorrere del tempo, l’afflusso di visitatori, l’ingresso di aria proveniente dall’esterno (prima della loro scoperta erano praticamente sigillate), ha portato ad un serio deterioramento delle pitture rupestri e a diverse malattie delle stesse, che la guida ha semplificato chiamandole malattia bianca, malattia verde e malattia nera. Per questo motivo le grotte originali non sono più visitabili, e la vostra visita di svolge in una replica fedele, nelle stesse condizioni di luce fioca e freddo (portatevi un maglioncino). Così perfetta che nel nostro gruppo c’è chi ha avuto un attacco di panico ed è svenuto, per poi essere soccorso nel giro di 5 secondi da un paramedico sbucato da una porticina ben nascosta.
Che cosa è rappresentato a Lascaux?
Nelle grotte di Lascaux sono rappresentati animali buoni, soprattutto tori e mucche, ma anche cavalli e cervi: alcuni sono più piccoli che in natura, mentre altri appaiono giganteschi. Per contro non sono rappresentate figure umane, paesaggi o animali cattivi. Se vi piacciono i numeri sappiate che ci sono circa 1500 graffiti, pari a circa 117 metri quadrati di immagini, e che il 90% di disegni rupestri al mondo si trovano in questa grotta. Vi sembra poco?
Nonostante la grande varietà di disegni, solo tre colori venivano impiegati: nero, rosso, giallo – declinati però in 20 sfumature. Le tecniche pittoriche comprendevano disegni eseguiti a mano, con bastoncini oppure rudimentali pennelli. La sala più incredibile è la Sala dei Tori, dove non ci sono rappresentati solo tori – ma qui fondamentale avere una guida, per non perdersi neppure un dettaglio e per capire che all’interno dei tori ci sono altri dipinti (ad esempio delle mucche).
Grazie alla guida notiamo che le ramificazioni delle corna dei cervi seguono la morfologia delle rocce della grotta, mentre il grosso e minaccioso toro con le corna rivolte in avanti sembra in movimento. Anche questo dettaglio è dato dalla forma della grotta in questo punto. La visita termina in una sala espositiva moderna, dove vengono spiegati (di nuovo) tutti i particolari e le tecniche pittoriche.