Siamo ad Arogno, nel distretto di Lugano: 1000 ed una manciatina di abitanti, due imprenditori illuminati ed un’azienda agricola biologica. Questa, l’Azienda Agricola Bianchi, l’abbiamo scoperta grazie a Bioticino, che ci ha invitato a visitarla con i nostri bambini e a provare un’esperienza unica in Ticino: un incontro ravvicinato con le api. L’azienda inoltre produce vino, Sambì, miele e olive in maniera sostenibile e nel rispetto della biodiversità.
Ci accompagna nella visita Gabriele Bianchi (uno dei due fratelli), ingegnere enologo e docente, che ha organizzato per noi un tour dell’azienda ed in particolare uno speciale “Meet & Greet” con le api: un’esperienza che i bambini hanno gradito moltissimo. Infatti l’hanno tempestato di domande e lui – pazientissimo – non ha dato segni di cedimento, nonostante mancassero meno di 24 ore al suo matrimonio.
L’incontro ravvicinato con le api ad Arogno
La classica visita all‘azienda biologica della famiglia Bianchi comprende diverse “attrazioni”.
– Visita alla cantina vinicola |
– Il tour dei vigneti |
– Passeggiata attraverso l’oliveto di montagna |
– La visita all’acetaia |
– L’introduzione alla vita di un apiario |
– L’incontro Meet & Greet con le api |
Oltre alle api, nell’azienda di Arogno ci sono anche altri animali, che incontreremo liberi camminando per la tenuta: alcune pecore e 18 simpatiche oche. Con i bambini il nostro consiglio è quello di concentrarsi sull’incontro con le api – che è stato particolarmente gradito.
Meet & Greet con le api del Ticino
Chi ci accoglie è Gabriele Bianchi, e sarà lui a condurre personalmente la visita all’apiario, per introdurci al mondo meraviglioso delle api. Gabriele ha promesso ai bambini uno speciale “Meet & Greet” in stile Azienda Bianchi e loro non vedono l’ora di vivere questa esperienza. “Cosa succede se le api ci pungono?”, chiedono subito. Lui li tranquillizza, dice che le api non pungono se le si lascia stare. I nostri tre bambini tirano un sospiro di sollievo: sembrano tranquilli e sono preoccupati non lo danno certo a vedere.
Ci fermiamo davanti ad una casetta: Gabriele entra e ci procura degli abiti gialli… quelli da apicoltore, con il cappuccio con la retina. Ci ha i pantaloni lunghi e larghi, riceve solo la casacca, gli altri anche i pantaloni. Scendiamo lungo attraverso i vigneti fino a raggiungere l’apiario. Qui ci fa vestire e prima di avvicinarci alle arnie ci spiega come comportarci: muoversi sempre lentamente e fare quello che dice lui.
Prima di avvicinarci ad un’arnia, Gabriele consegna a Greta una specie di lanterna – che in realtà è un affumicatore – ed un compito fondamentale: affumicare bene le api, perchè il fumo calma questi operosi insetti. Insomma, se nessuno è stato punto è stato grazie a lei. A questo punto il nostro accompagnatore apre l’arnia (la cassa, per intenderci) e ne estrae un telaio a mani nude, ricoperto di un numero elevatissimo di api. Pericoloso? No, neppure un po’, infatti invita i bambini a prenderne uno in mano. Solo Tommy accetterà… e non gli succederà proprio nulla.
Il mirocolo di Arogno: nasce un’ape, sotto i nostri occhi!
Oggi è la nostra giornata fortunata. Mentre ammiriamo l’operosità delle api e cerchiamo di capire quale è l’ape regina, la nostra “guida” ci fa notare che ci sono delle piccole uova all’interno delle celle. Sono davvero minuscole e solo il suo occhio esperto riesce a notare che, proprio in quel momento, qui in quel di Arogno da una larva sta nascendo un’apetta. Le antennine sono già fuori, il corpo ancora no. Vediamo alcune api operaie che rosicchiando via la cera biancastra per aiutarla da uscire.
Nel giro di pochi minuti, la piccola amica è nata. I bambini sono tutti un “ohhh” e “ahhh” per la meraviglia. Greta decide che tute le api hanno diritto adavere un nome ed esclama: “benvenuta al mondo Pina Rosina“. Il suo colore è più chiaro delle altre, mentre ha quasi la stessa grandezza delle api adulte. Solo qualche giorno prima era una larva alimentata con pappa reale, ora è quasi pronta per iniziare i suoi compiti da “ape operaia”.
Api, miele del Ticino e tanti prodotti derivati
Dopo questa nascita inaspettata, iniziano le domande a raffica da parte dei bambini. Scopriamo così che le api vivono in caste: c’è una sola ape regina (che depone le uova), ci sono alcuni fuchi (i maschi) e le api operaie, che si occupano dell’alveare: lo puliscono, lo difendono, nutrono le larve, raccolgono il polline ed il nettare. La loro è una vita di duro lavoro, e pure breve: nascono e muoiono in un periodo che varia dalle 3 settimane fino a 3-4 mesi. Sapete come riconoscerle? L’ape regina è grande più o meno una volta e mezza un’ape operaia, i fuchi invece sono grandi come le api operaie ma non hanno il pungiglione e sono più cicciottelli.
Altre domande, sempre a raffica (povero Gabriele!), riguardano l’estrazione del miele dai telai ed i prodotti che si possono ottenere da un alveare, oltre al miele. Scopriamo che prima le api vengono allontanate dal telaio, poi vengono tolti i favi (dove ci sono le cellette) che vengono passati in una centrifuga da dove il miele cade in una vasca. A questo punto rimane la cera, che si può utilizzare per fabbricare delle candele, il burro cacao, le saponette ed anche gli straccetti cerati per la conservazione degli alimenti.
Visitare l’apiario con Gabriele: informazioni pratiche
Volete visitare l’apiario con Gabriele dell’azienda Bianchi? Potete farlo ed è un’esperienza davvero unica. Per prima cosa dovete prenotare online la vostra esperienza con le api in Ticino. La durata è di 1 ora e 30 ed è adatta ai bambini che sono in grado di seguire le istruzioni e rispettare le regole. Abbigliamento: possibilmente indossate scarpe chiuse e pantaloni lunghi. Vi verranno fornite tute da apicoltura gialle con cappuccio di protezione.
L’azienda agricola Bianchi è situata ad Arogno, sulla strada per Rovio. E’ facilmente raggiungibile in auto (ci sono parcheggi disponibili) e in autopostale dalla stazione di Maroggia/Melano o Capolago stazione. Le fermate più vicine sono Nebbia e San Michele.
Il consiglio di Mini Me Explorer
C’è un compleanno in vista? Non regalate un giocattolo, regalate un’esperienza – quella ad Arogno con le api – durerà tutta la vita.
Per chi preferisce l’esperienza completa: “una giornata in azienda”
Siete famiglie curiose e conoscere il mondo delle api in Ticino non vi basta? Allora quello che fa per voi è un’esperienza completa all’azienda Bianchi di Arogno. Si chiama “Una Giornata In Azienda” dura 4 ore e vi permette vi visitare davvero tutto. A farla da padrone, oltre alle api e al’apiario, è la produzioni vinicola e la visita al vigneto, senza dimenticare l’uliveto e l’acetaia.
La cantina: storie di vino, di vini, e del Sambì
La visita completa all’azienda agricola Bianchi inizia dalla cantina e più precisamente dalla barricaia. Si parla del processo di vinificazione e si apprende come l’uso dei macchinari, quando possibile, è ridotto all’essenziale. Ad esempio dopo il primo processo di fermentazione il vino “cade” al piano inferiore in maniera naturale, senza essere pompato dalle macchine, per rispettarne le caratteristiche. Oltre al classico vino, vengono prodotti anche spumanti – seguendo rigorosamente il metodo champenois.
Ci sono gli spumanti particolarissimi, quelli che ci hanno colpiti di più. Gabriele ci mostra un video: stanno immergendo 250 bottiglie nel lago Ceresio, ad invecchiare, in una gabbia sospesa. Qui le bottiglie non vengono girate a mano due volte al giorno ed i lieviti rimangono in movimento grazie al movimento naturale dell’acqua. Insomma, un prodotto unico per le occasioni speciali.
E poi c’è il Sambì, una bevanda leggermente alcolica (4,3%), semisecca e frizzante. L’abbiamo assaggiata (ovviamente io): è super dissetante e perfetta nelle giornate estive. Viene prodotta dalla fermentazione di fiori di sambuco e – unico difetto – è talmente buona e leggera che ci si potrebbe dimenticare che non è da bere a litri . La ricetta è segreta, ovviamente, ed è stata tramandata dalla nonna. Chissà perchè le nostre nonne invece con il sambuco ci preparavano lo sciroppo!
Il vigneto
Il tour dei vigneti, in verità, si è svolto prima della nostra esperienza con le api del Ticino. Questa passeggiata ci permette di approfondire il tema del vino biologico. Oltre ai filari tradizionali, scopriamo alcune interessanti “sperimentazioni”. Sotto alcuni vengono coltivate delle erbe aromatiche in collaborazione con Erbe Ticino. Perchè? L’idea è quella di contrastare la crescita delle male erbe in modo naturale, senza lavorare il suolo o usare pesticidi. Ecco allora il motivo per cui sono stati piantati timo, salvia, rosmarino e lavanda.
Altre sperimentazioni degne di nota: l’uso di vecchi alveari. Sono sparsi a terra, sotto l’uva, ed hanno l’aria bruciacchiata. Gabriele ci racconta che li ha acquistati per usarli come concime per le viti. Se questo non è bio! E i bambini? Hanno apprezzato anche questa parte di visita, e si sono divertiti nel trovarsi “fra i piedi” diciotto bianchissime oche, che scorrazzano libere.
L’oliveto, l’acetaia e tutto il resto
L’acetaia non l’abbiamo visitata, ma i 40 ulivi dell’oliveto di montagna li abbiamo visti. State pensando a bottiglie di olio a km zero? Purtroppo no, non lo producono – però i fratelli Bianchi ad Arogno preparano delle deliziose olive nere in salamoia. Segnaliamo anche, fra le coltivazioni sperimentali, dei bellissimi fiori: edelweiss, fiordaliso e calendula. E visto che ai fratelli Bianchi le idee non mancano, presto potrebbe sorgere un favoloso B&B fra i vigneti.
In collaborazione con Bio Ticino