Era da un po’ di tempo che desideravo salire al Monte Gambarogno, così propongo questa camminata alla famiglia. Punto di partenza sarà l’Alpe di Neggia a 1.395m, che raggiungiamo attraversando il Gambarogno. La strada per raggiungere l’Alpe è ricca di curve, il panorama che godiamo dall’auto è una pregustazione di quello che ci attenderà in vetta. Se non guidate, l’autopostale Magadino-Indemini fa al caso vostro.
Non abbiamo difficoltà a trovare parcheggio una volta arrivati all’Alpe di Neggia. Scendiamo dall’auto e scopriamo che tira un gran vento, ma non ci lasciamo scoraggiare. Indossiamo il vestiario giusto ed iniziamo la marcia che in un’oretta ci condurrà alla cima del Monte Gambarogno a 1.734m. Il sentiero è adatto ai bambini e nelle vicinanze della vetta c’è anche la capanna Gambarogno.
Il sentiero panoramico del Monte Gambarogno
Già dopo pochi metri dopo l’Alpe di Neggia facciamo il primo stop; mentre io ho lo sguardo perso nel paesaggio mio figlio si rende conto che è pieno di mirtilli, così ci fermiamo a far una “merenda” a Km 0. Diciamo che lungo tutto il sentiero gusteremo mirtilli perché è pieno il percorso. Lasciamo quindi che sia lui a farci da guida cercando e seguendo i segni bianchi e rossi; noi adottiamo questa tecnica e funziona molto bene, lo fa sentire importante e “grande”.
La camminata resta in gran parte al sole e non incontriamo fonti d’acqua, quindi partite da casa ben attrezzati. Salendo troviamo un paio di punti esposti, ma Christos è troppo preso a camminare; in realtà lui non conosce paura, cammina ed ogni tanto ci chiede di far piccole pause. Il sentiero si alterna tra tratti pianeggianti e tratti in salita, molto spesso ci sono pietre che fanno da scalini, quindi rendono più facile la salita.
Verso la vetta del Monte Gambarogno
La risalita dall’Alpe di Neggia è tutto un punto panoramico che va sempre più aprendosi sul Lago Maggiore, la diga della Verzasca, il Delta della Maggia, le Isole di Brissago, le Bolle di Magadino ed il piano di Magadino.
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Ci siamo quasi, iniziamo a vedere finalmente la Capanna Gambarogno e poco oltre la croce. Ecco, quella non è la vetta. Ciò che indica la vetta del Monte Gambarogno è l’omino di sassi, prima della croce. Questo omino è stato “costruito” in ricordo di un amico appassionato di montagna. Da lassù il panorama è semplicemente perfetto e siamo certi che Floriano ne sarà felice.
La capanna Gambarogno… e il glamping sotte le stelle
Prima di partire da casa avevo sbirciato un pochino sul sito della Capanna Gambarogno per capire se fosse custodita oppure no. Da qui scopro del progetto degli Amis dala Capanna Gambarögn, ora sono loro i proprietari e nel 2017 hanno dato inizio al progetto di ristrutturazione che porterà alla sua inaugurazione nel 2022. Al momento la capanna non è utilizzabile, nel corso dei weekend i ragazzi dell’associazione sono presenti per promuovere la loro iniziativa, quindi non vi è ancora una cucina, ma troverete comunque salumi e formaggi degli alpeggi circostanti.
Eccoci giunti alla Capanna Gambarogno. Insieme a noi ci sono altri escursionisti che hanno fatto sosta nei tavoli fuori, così ordiniamo 3 salamini d’asino ed un bel piatto di formaggi misti e per premiare la fatica di nostro figlio una gassosa tutta solo per lui. Da lontano, oltre alla capanna, noto sulla sua destra una piccolissima casetta posizionata su una cima, sembra di recentissima costruzione ed inizio ad incuriosirmi ed a pormi domande su cosa sia, avvicinandoci ancora di più vedo anche una tenda tipi. Ora ho mille domande che mi girano per la mente e sono desiderosa di trovare qualcuno in Capanna che possa darmi delle risposte.
Starsbox, il glamping sotte le stelle
Il pranzo lo gustiamo il tutto, ma la mia curiosità deve ancora essere colmata, così inondo di domande una ragazza degli Amis dala Capanna Gambarögn . Mi spiega che si tratta di due starsbox (la famosa casetta che vedevo da lontano) e la tenda tipi, che sono ora prenotabili tramite il loro sito. Raggiungere la vetta, oltre all’impagabile vista, ci ha quindi portato a far questa straordinaria scoperta, poter dormire sotto il cielo stellato al Monte Gambarogno.
Il rientro all’Alpe di Neggia (via alternativa)
È tempo di scendere, ovviamente prima devo sbirciare da vicino le due starsbox, nel frattempo Christos e mio marito si dirigono verso la tenda tipi che resta poco distante dalla croce giubilare, posata nel 2000.
Per la discesa optiamo per far un sentiero non segnalato, sotto consiglio degli Amis dala Capanna Gambarögn che ci confermano che da lì si arriva all’Alpe di Neggia e ci spiegano che prossimamente verrà sistemato come sentiero così da avere un accesso ancora più diretto al la Capanna. In effetti questo sentiero è un’ottima scorciatoia per raggiungere l’auto in modo più veloce e facile nel giro di 30 minuti. Se volete far come noi quindi, poco prima della croce seguite il cammino sulla destra da dove si vede il parcheggio in lontananza.
Giunti all’auto, se avete ancora a disposizione del tempo, raggiungete Indemini e dedicategli una visita, è un piccolissimo paesino tranquillo ed isolato, con case costruite in gneiss grigio, tetti in pietra e pergolati in legno, dalle stradine tortuose, ubicato in fondo alla Valle Veddasca, valle italiana. Per me che sono cresciuta in Val Veddasca, da piccina Indemini era già il mio piccolo ideale di Svizzera in miniatura.
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