Sono arrivate le vacanze scolastiche… quest’anno niente viaggi, quindi ci vuole un po’ di impegno extra per organizzarci bene l’estate, visitando Ticino e Svizzera. Chiedo a mio figlio cosa desidera fare più di tutto, e la risposta arriva subito: “Pesca sportiva. Mi piacerebbe andare a pescare ai laghetti Audan di Ambrì, che ho voglia di mangiare la pasta con il ragù di pesce”.
Ad Ambrì (Valle Leventina) ci sono i laghetti Audan, due laghetti naturali dove tutti – adulti bambini – possono andare a pescare. Nella mia testa ci sono praticamente da sempre, visto che già i miei genitori mi portavano da bambina – anche se non è così. Oltre ai laghetti c’è un grotto, frequentatissimo, ma questo nei miei ricordi di bambina non c’è proprio (ed infatti mi hanno detto che allora non c’era!). C’è anche un piccolo parco giochi, purtroppo non in ombra.
La nascita dei laghetti Audan
Audan è la zona di Ambrì dove si trovano due laghetti. Audan in dialetto significa “ontano”, una pianta appartenente alla famiglia delle Betulaceae (inutile quindi dirvi quali sono le piante predominanti!) e crescevano fuori dal paese, in una pianura che era utilizzata come pascolo per le mucche. I laghetti fino al 1960 non c’erano. Poi in Leventina arrivò l’autostrada… Mi direte, cosa c’entra? Tantissimo!
Arriviamo agli anni ’60, quando durante la costruzione dell’autostrada fu necessario estrarre materiale ghiaioso per riempire dei terrapieni. Si formarono quindi due fosse, l’acqua di falda si infiltrò da sotto… ed ecco che improvvisamente nacquero due laghetti. Una meraviglia! Andiamo avanti con il tempo: sono gli anni ’70 e la Società di Pesca Alta Leventina decide di popolare i due laghetti, immettendo delle trote iridate.
Mamma, peschiamo la cena ad Ambrì…
Come già detto, siamo andati ai laghetti Audan di Ambrì – dopo un’escursione in zona Dalpe (Boscobello e Valle della Piumogna) per pescare la cena. I laghetti si trovano in via Audan, ma se è la prima volta e non sapete come arrivarci non preoccupatevi, sono segnalati benissimo. Visto che non siamo pescatori, non abbiamo l’attrezzatura – ma non serve. Per fortuna non servono neppure abilità particolari (altrimenti dieta!).
Uno dei due laghetti, quello più profondo, è per chi ha l’attrezzatura di pesca: si paga una tariffa fissa e si possono pescare fino a 10 pesci per persona: qui un po’ di abilità serve, ed anche pazienza. Nel laghetto meno profondo vi viene fornito tutto il necessario per pescare, e voi pagate al kg i pesci pescati. Posso assicurarvelo: è impossible tornare a casa a mani vuote.
Una canna da pesca, 20 minuti e 3 trote
Adesso vi racconto della nostra esperienza ai laghetti Audan, che il bimbo ha trovato “indimenticabile” (e che vorrebbe ripetere). Ci siamo annunciati, ci hanno mostrato dove prendere il necessario: la canne da pesca (senza mulinello), un box di plastica per i pesci, una specie di manganello… poi ci hanno portato un vasettino rotondo con i “cagnotti”. Mio figlio non conosceva il termine quindi tutto è andato liscio. Ci siamo posizionati all’ombra degli ontani.
La prima cosa che ho pensato è stata: “Accidenti alla pesca sportiva: adesso il bimbo pesca, gli dispiacerà per i pesci e chiederà a me di ucciderli“. Non sono vegetariana, ma uccidere animali no, a meno che siano zanzare! Invece il problema sono stati i cagnotti (le larve)… le ha viste e – schifatissimo – ha deciso di non volerle prendere in mano. Insomma, il lavoro sporco è toccato a me.
I primi 5 tentativi sono andati a male… le trote ci hanno “mangiato via” le larve. A quel punto abbiamo deciso di impegnarci un po’… aspettare che i pesci abboccassero bene, e poi dare un piccolissimo strattone e pescarli subito fuori. Missione riuscita e – per fortuna – non è toccato a me uccidere i pesci. Non abbiamo voluto esagerare, però: per il nostro ragù di pesce bastavano tre trote iridee. Siamo rientrati a casa in fretta, e la cena è stata deliziosa!
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