Un pezzo di Ticino in Africa: l’Associazione Nerina di Boavista (Capoverde)

Si chiamano Spillo, Ferro, Cicci, Romeo, Bibi, Snoopy, Filu, Micra, Macra. Sono alcuni nomi di una sessantinadi cani (più un nutrito numero di gatti) di Boavista, Capoverde. Sono quasi tutti scuri, hanno il pelo corto, ma soprattutto sono giocherelloni e affettuosi. Cosa hanno in comune? Vivono nella clinica veterinaria dell’Associazione Nerina di Boavista. Come ci sono arrivati è molto semplice: i ticinesi Nathalie e Spartaco li hanno trovati per strada, in pessime condizioni: sporchi, pieni di croste, malati e affamati, a volte feriti. Li hanno accolti, curati e ora li stanno accudendo fino a quando non troveranno qualcuno che li adotti.

Prima di partire per Boavista un amico ci ha parlato appunto di Spartaco e ci ha dato il sito dell’Associazione Nerina (qui il link www.associazionenerina.ch. Guardando un po’ il loro sito ho trovato la pagina “wish list” con una lista di materiale generico, medico sanitario e medicinali che avrebbero potuto aver bisogno. Nei pochissimi giorni a disposizione (e sotto le feste) ho contattato alcuni veterinari, chiedendo materiale – ed uno ha risposto all’appello, giusto 2 ore prima di partire. Ci ha dato un pacchettino contenente garze e cateteri intravenosi, e se avesse avuto abbastanza tempo, ci avrebbe dato molto di più (grazie!).

La nostra visita alla clinica veterinaria di Boavista

Teneri incontri…

A Boavista (Capoverde) siamo arrivati dopo un po’ di peripezie, visto che il nostro volo è stato dirottato sull’isola di Sal, per colpa della “bruma seca”, che impediva la visibilità e quindi l’atterraggio, per poi ripartire il giorno successivo. Insomma, in totale due giorni di viaggio: se avessimo scelto le Fiji saremmo arrivati prima. Il terzo giorno siamo andati subito alla clinica veterinaria dell’Associazione Nerina, anche perché mio figlio non vedeva l’ora di stare in mezzo ai cani. Chiedete ad un taxi di portarvi all’Abrigo dos Animais Nerina di Sal Rei, ma contate anche sul fatto che non sappiano dove sia. Prima dell’ospedale, prendete la strada a destra, che poi diventa sterrata, e continuate fino al grande edificio bianco.

Ci ha accolto Nathalie ed è come se l’avessimo conosciuta da sempre. Ci ha mostrato la clinica, tutta nuova, immacolata e pulitissima. La sala visite, la sala radiologia, la farmacia, la sala operatoria… abbiamo incontrato un paio di gattini che stavano appunto curando e due cuccioli di cane tenerissimi e piccolissimi, che mio figlio ha chiamato “i mingherli”. Anche loro con qualche problemino di salute, ma in via di guarigione. Poi abbiamo conosciuto la donna capoverdiana che si occupa delle pulizie ed uno dei due aiutanti. La veterinaria spagnola invece era rientrata a casa per le vacanze di Natale. Più tardi abbiamo incontrato Spartaco, impegnato con due turisti tedeschi.

Nel frattempo mio figlio si è perso in mezzo ai cani… felice come non mai. Li ha accarezzati tutti e tutti gli hanno fatto le feste. I più piccoli li ha potuti tenere in braccio tutto il tempo che voleva, e posso dirvi che li ha ispezionati con cura (insomma, una vera visita medica!)… è stato tutto un “mamma, senti quanto è morbido!”, “ma come è umido il musetto!!!”, “toccalo qui sotto le zampine, vedi come è liscio?”. Se avesse potuto, li avrebbe portati a casa tutti. I gatti li abbiamo visti solo nei locali adibiti per loro, ed erano tutti splendidi… In ogni caso non avevano tempo per noi, erano troppo impegnati a fare acrobazie.

Come nasce l’associazione Nerina

Bibi, dopo e prima

L’associazione Nerina nasce nel Canton Ticino, in Svizzera, grazie appunto a Nathalie e Spartaco. La storia la lascio raccontare a loro: “Durante un soggiorno sulla magnifica Isola di Boavista, oltre ad incontrare innumerevoli cani, gatti randagi e asini, abbiamo conosciuto Nerina, un’elegantissima meticcia di colore nero con macchie bianche. All’età di due anni e mezzo aveva già partorito 3 cucciolate. L’ultima delle quali, partorita sotto a un cassonetto, contava 5 cuccioli, 4 dei quali successivamente morti, lasciando viva una femmina. La piccola, chiamata successivamente Puce, ci ha fatto aprire gli occhi sulla realtà veterinaria locale, dopo che l’abbiamo assistita e curata in seguito ad un incidente”.

Poi la decisione di mollare tutto: un lavoro sicuro alla Swisscom, una scuderia ben avviata, l’esercito… La scuderia viene venduta, si trasferiscono a Boavista e con il ricavato della scuderia comperano un terreno, edificano la clinica. E ricominciano da capo, una nuova vita piena di impegni (si lavora dalla mattina alla sera), senza stipendio… Ah no, lo stipendio c’è, per gli altri: la veterinaria e gli aiutanti appunto. Per il resto solo costi fissi: il cibo, i medicinali, l’acqua – pagati per lo più di tasca propria.

L’acqua… Già, perché Boavista è l’isola più arida di Capoverde, e non c’è acqua. Questa viene consegnata ogni 5 giorni, 3000 litri per volta – e al mese sono 300 CHF solo di acqua. Il cibo lo si compera, ma a prezzi più alti che in Europa, perché deve arrivare in nave. Eppure gli hotel All Inclusive (in uno abbiamo soggiornato noi, e ci siamo vergognati un bel po’) di cibo ce n’è in esubero…. Quello buono regolarmente viene buttato, non va né alla popolazione né all’Associazione. Non voglio commentare.

Perché aiutare l’Associazione Nerina di Boavista

L’area gatti

Alcuni mi hanno chiesto: perché aiutare i cani e non le persone? La risposta non è semplice. Il lavoro, grazie al turismo, a Boavista non manca – anche se gli stipendi non sono altissimi. Però si vive, anche con l’aiuto di parenti che sono emigrati… Neppure i cani mancano, e se abbandonati per strada e condannati al randagismo, creano problemi anche e soprattutto per la popolazione che ci vive. Un cane randagio è portatore di malattie infettive e contagiose e se in branco, quando ha fame (ed ha fame!) può diventare aggressivo ed attaccare le persone. Adesso la situazione è sotto controllo, ma chiedete a Nathalie e Spartaco (e parliamo solo di 3 anni fa), quanti branchi poco amichevoli c’erano a Sal rei, la città principale.

Un cane randagio si riproduce alla velocità della luce, o quasi. Non sono brava in matematica, ma partendo da 80 cani, ipotizzando che ad ogni cucciolata sopravvivano 3 cani, e che si riproducano per 7 anni…. Bene, in 10 anni ci sarebbero oltre 21’000 cani randagi, su un’isola dove la popolazione è di 12’000 abitanti circa. Certo, non succederebbe mai, perché prima verrebbero abbattuti a randellate – in una lotta di sopravvivenza uomo-cane. Ma ne bastano anche meno…

Mi viene in mente un piccolo villaggio vicino a Santa Marta (Colombia), che per via della presenza di centinaia di cani randagi avevamo deciso di chiamarlo “Santa Merda”, perdonate il termine. Perché anche i cani randagi, oltre a tutto il resto, fanno i loro bisogni – ovviamente – dove capita. In quel caso dappertutto: per strada, su ogni centimetro di spiaggia, sulle sdraio. Una situazione insostenibile per tutti, abitanti del luogo e visitatori. Noi siamo scappati a gambe levate il giorno seguente.

6 modi per aiutare l’Associazione Nerina

Uno dei cani in attesa di adozione

Potete aiutare l’associazione in mille maniere… A me ne vengono in mente sei.

1. Un versamento: 5 CHF al mese (sono solo 60 CHF all’anno) fanno una grossa differenza. Su sito www.associazionenerina.ch basta cliccare sul tasto DONATE e fare una donazione con PayPal. Potete fare anche donazioni mensili in automatico, dell’importo che volete voi..

2. Non avete PayPal? Nessun problema… hanno un conto bancario in Svizzera. Queste sono le coordinate:  Associazione Nerina – Boavista, Banca Raiffeisen Piano di Magadino, CH-6594 Cadenazzo

  • CH89 8080 8007 8745 6879 1
  • SWIFT / BIC: RAIFCH22324

3. Volete un cane o un gatto? Adottatene uno. Contattateli… ne saranno felicissimi e ve lo porteranno loro durante il prossimo viaggio a “casa”. Guardate la pagina www.associazionenerina.ch/adozioni e poi chiamateli con What’s Up:  +238 983 983 9, oppure mandate loro un e-mail: associazione.nerina@gmail.com

4. Coinvolgete i bambini: chiedete alla scuola che frequentano i vostri figli se è possibile organizzare una piccola raccolta fondi. Ho tempo libero e sono insegnante: posso andare nelle scuole a parlare di Capoverde, di Boavista e dell’associazione, mostrare delle foto… potrei rimanere un paio d’ore e fare delle attività. Contattatemi a questo indirizzo email augusta.minimeexplorer@gmail.com

5. Possedete un animale? Chiedete al vostro veterinario se è possibile lasciare una scatola per raccogliere fondi per Nerina… se è d’accordo, contattatemi. Vi preparo il box, una lettera di presentazione e delle foto…

6. E infine: state pensando di andare a Boavista? Andate a trovarli, ne saranno felici – se avete figli amanti degli animali meglio ancora, vi ringrazieranno mille volte. Vedete se riuscite a portare loro del materiale. Trovate la wish-list su questa pagina www.associazionenerina.ch/come-aiutare

Associazione Nerina

1 Comment

  1. Sarebbe il paradiso per mio figlio. Non sapevo che ci fosse. Siamo stati a Sal anni fa quando era ancora piccolo e ci tornerei subito solo per immergermi nella realtà locale di quei posti

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