Cosa fare a Ginevra con bambini? Ovviamente vogliamo visitare la città, perché l’ultima volta che siamo stati nostro figlio era davvero piccolo, e non si ricorda nulla… Come riferimento utilizziamo l’intervista a Nina, la nostra mamma del mese di Ginevra.
- Leggi il nostro articolo Ginevra con bambini: intervista a Nina
E poi, una volta terminate le visite cittadine? Siamo tutti concordi che ci piacerebbe visitare un museo, uno di quelli unici. Quindi, almeno questa volta, niente Museo di Storia Naturale – che dicono sia bellissimo, per carità (anzi, ci sarebbe pure una mostra temporanea davvero speciale) – ma noi siamo cercando qualcosa di diverso.
Ci sono tanti musei a Ginevra, quale scegliere? Per caso vengo a sapere dell’esistenza dell’International Museum of the Red Cross and Red Crescent, meglio conosciuto alle nostre latitudini come il Museo Internazionale della Croce Rossa. Mi informo un po’ e scopro che quello del CICR è veramente interattivo e perfetto per tutte le età, adulti e bambini – e allora decidiamo di andarci.
Il museo Museo Internazionale della Croce Rossa
La Croce Rossa, conosciuta nei paesi musulmani come mezzaluna rossa, è nata a Ginevra nel 1863, grazie ad Henri Dunant. È la più grande organizzazione umanitaria al mondo e questo museo vuole proporre proprio questo: l’esperienza umanitaria.
Con la tessera Raiffeisen MemberPlus Card, come in molti i musei di Ginevra, l’entrata è gratuita. Depositiamo borsa e zainetto e ritiriamo felici l’audioguida che ci guiderà attraverso il museo, perché – ci tengo a sottolinearlo – fra le varie lingue c’è anche l’italiano! Grazie CICR!
Il museo si trova al piano interrato ed è diviso in tre spazi tematici, che corrispondono ai tre ambiti di pertinenza della Croce Rossa:
- Difendere la dignità umana
- Limitare i rischi naturali
- Ricostruire il legame familiare
Difendere la dignità umana
I delegati della Croce Rossa hanno il diritto di incontrare i prigionieri di guerra in caso di conflitto, e questo per assicurarsi che non subiscano torture e per prevenire la loro “scomparsa”. Insomma, per garantire il loro diritto alla dignità e alla vita.
Questa sezione vuole evocare delle sensazioni forti: vediamo Henry Dunant ed il testo che ha scritto dopo la battaglia di Solferino, un piede gigante che simboleggia la fragilità umana. In una sala del Museo della Croce Rossa, una sezione è interamente dedicata alla gratitudine. Si possono ammirare oggetti speciali, creati con i materiali più disparati (e spesso di fortuna) e regalati ai delegati in segno di ringraziamento per il loro interessamento.
Ogni oggetto è stato creato da un prigioniero, ed ha una sua storia. Ci sono quadri, monumenti della nazione d’origine ricreati in cartone, cappelli di paglia intrecciati a mano ed anche un sorprendente serpente di perline realizzato dai prigionieri turchi subito dopo la caduta dell’Impero Ottomano.
Un altro punto forte è la sala dei testimoni: 4 postazioni interattive dove 4 personaggi diversi raccontano la propria storia (di 3 minuti). La loro immagine è proiettata su schermi a grandezza naturale e si animano ponendo la nostra mano sulla loro. C’è la storia di una donna colombiana chiamata Adriana che ha lasciato la sua nazione a seguito di un forte terremoto, un intervento di Carla del Ponte (giudice al Tribunale dell’Aia) e una testimonianza di Najmuddin, che a Kabul ha perso entrambe le gambe e che si opera per donare speranza agli afgani colpiti dal conflitto.
Mio figlio è rimasto particolarmente colpito dalla storia di Emmanuel, un giovane sudanese con un passato di bambino soldato, che grazie all’aiuto del CICR è riuscito a lasciarsi alle spalle il suo passato di violenza ed ora è un cantante rap socialmente impegnato.
Limitare i rischi naturali
Nel museo della Croce Rossa abbiamo appreso come il CICR si attiva in caso di catastrofi naturali, per aiutare nel modo più concreto possibile le persone nelle regioni colpite. Impariamo che serve un intervento veloce e ben coordinato. Ma come spiegare questi concetti? Il gioco dell’uragano.
Adesso vi spiego come funziona il gioco dell’uragano. È un grande tavolo rotondo per una quindicina di giocatori, dove tutti devono collaborare per salvare più vite possibile di un villaggio che sta per essere colpito da un uragano e da piogge alluvionali. Il gioco è altamente interattivo, istintivo e coinvolgente – possono giocarci adulti e bambini. Lo scopo è quello di evacuare gli abitanti di un villaggio, ed è a tempo.
Mio figlio ha partecipato a due round, con persone di diverse nazionalità e lingue. Al primo round hanno salvato 119 persone, al secondo round 120! Tutti hanno gridato di gioia ed applaudito, come se avessero veramente salvato delle vite umane.
Ricostruire il legame familiare
L’entrata in questa sala del Museo è spettacolare: il passaggio è attraverso una serie di catene penzolanti – si pensa subito alla prigione. Poi ci si ritrova fra due lati di schedari con tanti cartellini, ognuno per ogni prigioniero aiutato nella 1 guerra mondiale. Ed erano ben 6 milioni.
Oltre a leggere alcune di queste schede, si possono incontrare virtualmente delle persone – insomma un’altra sala dei testimoni, dove ex-prigionieri ci raccontano della loro vita, della loro incarcerazione e soprattutto del ruolo che hanno avuto i delegati della Croce Rossa nel ricostruire i legami famigliari dei detenuti e restituire loro la dignità umana.
Una delle persone che incontriamo è un giornalista dell’emittente Al Jazeera, arrestato dall’esercito americano perché accusato di aver filmato Osama Bin Laden, e trasferito (sto riassumendo) nel carcere di Guantanamo. Ci parla della sua prigionia, dove non è mai stato trattato con rispetto ed ha subito torture fisiche e psicologiche. E poi ci dice di quanto sia stato importante poter ricevere, dopo 3 mesi e grazie all’intervento del CICR, la prima lettera da parte della famiglia, avere loro notizie e foto.
Le nostre riflessioni riguardo il Museo della Croce Rossa
La nostra esperienza al museo della Croce Rossa è stata positiva… Non è un museo dove si va ad ammirare la bellezza, ma uno che ci rende più umili. Come detto è perfetto per i bambini, anche se non riusciranno a coglierne tutte le sfumature – però li farà riflettere.
Mio figlio è uscito con la consapevolezza di essere fortunato ad essere nato in un paese libero da conflitti, dittature e gravi pericoli naturali. E anche con 21 matite del CICR, per i suoi compagni di classe, così da raccontare loro la sua visita ad uno dei musei più importanti da visitare a Ginevra con bambini.
Sono ideali estremamente importanti che i bimbi devono assimilare fin da subito! E io poi sono innamorata dei musei svizzeri: ordinati e coinvolgenti!
Non ne sapevo l’esistenza. Molto brava a coinvolgere tuo figlio in questa che più che una visita mi pare una vera esperienza di vita
Museo da visitare non solo con i bambini, ma anche da adulti. Anzi, direi che dovrebbe essere assolutamente da visitare.
Mi piacciono tanto questi musei pensati per I bambini e per arricchirli, avete fatto bene ad andare!
Non avevo mai sentito parlare di questo museo, davvero molto interessante.
Non conoscevo questo museo, hai fatto bene a portarci i bambini. Purtroppo però la Croce Rossa è stata limitata molto: dubito che sia intervenuta nei campi di concentramento nazisti o nei lager russi. Speriamo che in futuro questo non accada più, anche se mi sembra improbabile. Per tuo figlio un ottimo insegnamento.
Veramente interessante, non conoscevo questo museo, molto interessante anche per i bambini. Bel suggerimento
Un museo che non conoscevo, ma che vale la pena visitare, da quel che leggo. Un modo anche per omaggiare tutte quelle persone che ogni giorno spendono il proprio tempo per aiutare gli altri: persone speciali!
Hai fatto bene a consigliare l’età per entrare in questo museo. Mia figlia, anche se seienne, non credo la prenderebbe con spirito ottimista. Per quanto mo riguarda, conoscendo il soggetto, dovrò aspettare ancora qualche anno per poterla portare in questo museo. Ma è in esperienza che dovrebbero fare un po’ tutti, adulti e bambini. Illuminante, hai fatto bene a trasformare la tua visita in un articolo così informativo.
Tra le varie città elvetiche visitate Ginevra manca all’appello ma del museo avevo già sentito parlare. La tua descrizione così dettagliata è davvero interessante ed invoglia alla visita.
Davvero un museo interessante ed importante. Non ne avevo mai sentito parlare ed e un peccato perché di questi tempi andrebbe fatto conoscere e andrebbe visitato se ci si trovasse in zona.
Non sapevo dell’esistenza di questo museo concordo che sia adatto ai bambini, magari a quelli un po’ grandicelli
Non conoscevo questo museo, sembra molto interessante per grandi e piccini