Sapete quante sono le cascate in Ticino? Più di mille cascate, se consideriamo tutte quelle che hanno un salto maggiore di 10 metri… ma a noi piacciono quelle più alte di 50 metri. Ma dove le troviamo? Non so perché, ma avrei scommesso che sono tutte nelle valli, possibilmente in alto. E invece no: ce n’è una splendida quasi a livello del lago: è la cascata del Botto, nei boschi fra Melano e Rovio. Per me è a 5 minuti d’auto da casa e fino a poco tempo fa non sapevo nemmeno che esistesse. Al pensiero, mi viene da sprofondare dalla vergogna.
Un paio di anni fa me ne aveva parlato la mia amica Sandra, ma non mi ero annotata il nome… come uniche indicazioni sul sentiero da percorrere sapevo che partiva poco dopo casa sua – peccato che avesse traslocato da poco e non sapessi la via. Poi per caso ecco il nome: cascata del Botto, scoperto grazie ad un bell’articolo di tipsweek.ch sulle cascate in Ticino. Un sabato mattina di primavera, quindi, decidiamo di andarci – giusto per fare due passi prima di pranzo.
Come raggiungere la cascata del Botto
La cascata del Botto si può raggiungere sia da Rovio (in 20 minuti) che da Melano (in 40 minuti). Noi siamo partiti da Melano ed abbiamo parcheggiato l’auto nel posteggio a pagamento accanto al parco giochi. Da lì si segue la strada asfaltata che sale lungo il fianco del monte e passa davanti ad alcune belle villette. Al termine della strada troverete un cartello escursionistico che indicata la cascata.
Da Rovio mi hanno detto che si parte dal nucleo, vicino alla chiesa. In fondo alla strada si dovrebbe trovare il sentiero, indicato da un cartello escursionistico. Io questo percorso non l’ho fatto, ma pare che sia principalmente pianeggiante.
Alla cascata del Botto partendo da Melano
Dopo il cartello per 5 minuti si cammina lungo una strada sterrata nel bosco che non è troppo bella, ma non preoccupatevi, dopo poco inizia il sentiero vero e proprio e le cose cambiano. La prima parte del cammino è decisamente piacevole, il sentiero (agevole) si snoda fra alti castani e grossi massi ricoperti da uno strato di muschio e licheni di color verde intenso. Arrivati ad una radura, facciamo una piccola sosta per permettere a nostro figlio di saltare da una roccia “verde” all’altra e bere un po’ d’acqua.
Dopo la radura il sentiero si restringe ed è decisamente esposto, quindi attenzione: servono scarpe adatte per non scivolare e bambini (ma anche adulti) dal passo sicuro. Nei punti più stretti, per sicurezza, ho preferito tenere mio figlio per mano – meno male perché è inciampato in uno di quei punti dove è meglio non farlo.
Se state un momento in silenzio, sentirete già il fragore della cascata in lontananza, così come il raglio di un asino (ma non l’abbiamo visto, probabilmente era a Rovio) ed il “picchiettare” di un picchio. E’ anche il momento giusto per guardarsi intorno e apprezzare i fiori del bosco: nel nostro caso violette e primule.
Proseguendo lungo il sentiero si arriva finalmente alla cascata del Botto, che è veramente spettacolare e non ha nulla da invidiare alla più belle e conosciute cascate in Ticino. Mio figlio rimane a bocca aperta, perché così alta non se l’aspettava (neppure io, a dire il vero). Passiamo sopra il ponticello di ferro e saliamo alcuni altissimi gradini per ammirarla meglio, anche perché da questo lato del ponte si può vedere la pozza dove “cade”: ci è piaciuto il contrasto fra l’acqua verde e le rocce bianche e rosse.
La cascata del Botto, una delle più belle cascate in Ticino
Questa bella cascata è creata da un salto del torrente Sovaglia, è alta 68 metri ed è veramente bella. Adesso che ci sono stata e so dove è, mi sono accorta che passando in auto davanti a Melano, la si vede dalla strada – anche se è parecchio distante e sembra piccolissima.
La cascata del Botto nasce sulle pendici (basse) del Monte Generoso – una delle montagne che più ci piacciono, soprattutto perché offre la possibilità di vistare un’attrazione unica, la Grotta dell’Orso.
- Per maggiori informazioni leggi qui il nostro articolo il Monte Generoso e la Grotta dell’Orso.
Anzi, per essere precisi, nasce da un buco della montagna: una grotta carsica che dovrebbe trovarsi poco sopra il nucleo di Rovio (ma mi hanno detto che non si può entrare). La Sovaglia è quindi un torrente “corto”, ed in un tragitto così breve riesce comunque ad effettuare un salto notevole.
Il ritorno: continuiamo fino a Rovio o rientriamo?
Giunti alla cascata del Botto, e dopo le foto di rito, è quasi ora di pranzo ed è dunque giunto il momento di prendere una decisione: ritorniamo a Melano e rientriamo a casa a pranzo, oppure continuiamo fino a Rovio sperando di trovare un ristorante aperto? Non sappiamo cosa fare ma entra in gioco il destino: il sentiero è da questa parte è pieno di fango ed io che ho paura dei cani ne vedo uno di quelli grossi e marroni in lontananza, ovviamente senza padrone.
Decidiamo di tornare indietro e speriamo che il cane non ci insegua – nel contempo escogitiamo un piano malefico: appena passato il tratto esposto del sentiero, iniziamo a correre verso Melano, sperando di arrivare entro le 12.30 e comperare un bel po’ di luganighetta da mangiare cruda nella nostra macelleria preferita. Alle 12.25 arriviamo trafelati in macelleria: missione riuscita.
Che fine ha fatto il cane?
Ce lo siamo chiesti anche noi. Ogni tanto ci siamo voltati ma del cane non c’era più traccia… è sparito nel nulla, in mezzo agli alberi. Siamo un po’ perplessi… anzi, visto che il cane l’ho visto solo io, qualcuno ipotizza che “la mamma vede cose che non ci sono”.
In serata sento la mia amica Sandra, le racconto del cane… lei mi invia la foto di un simpatico capriolo marrone che trova spesso nel suo giardino e nel bosco. Sapete una cosa? Ha la stessa tonalità di marrone del mio cane. La mamma non è impazzita (meno male!), ma ha certamente bisogno di un paio di occhiali nuovi.
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