Ruote, suoni, materiali di recupero, rumori, cose che si muovono. Queste sono le famose macchine realizzate dall’artista Jean Tinguely e che si posso ammirare al museo a lui dedicato nella sua città natale, Basilea. E c’è anche un po’ di Ticino al Museo Tinguely di Basilea, visto che si trova all’interno di un bellissimo edificio disegnato dal nostro architetto ticinese Mario Botta. E c’è anche un po’ della sua compagna Niki de Saint Phalle nel parco antistante al museo, dove si può ammirare una delle sue “Nana”, una serie di coloratissime statue di ragazzine di grande statura il cui “scheletro interno” è stato realizzato appunto dal suo compagno Jean Tinguely.
Perché il museo Tinguely a Basilea
Siamo partiti di mattina presto in treno per recarci a Basilea e visitare questo museo, su richiesta di Stefano che in prima elementare – grazie a tre maestre particolarmente illuminate, hanno svolto un percorso didattico legato all’arte, concentrandosi in particolar modo su Jean Tinguely e su Niki de Saint Phalle. E così nostro figlio di 7 anni ci ha fatto da guida all’interno del museo, spiegandoci un bel po’ di cose che noi adulti ovviamente non sapevamo, come ad esempio la pistola spara-colori. E pensare che avevamo la certezza di essere almeno mediamente acculturati… Bene, ora sappiamo che non è così.
Il museo non solo da guardare…
All’entrata presentiamo, come di consueto, la nostra carta Member Plus di Raiffeisen che ci permette di entrare gratis. Mentre ci immergiamo nel museo, diverse mamme e nonne si aggirano per le sale con i pargoli, in estasi di fronte ai meccanismi di Tinguely, che per una volta tanto non si devono solo guardare, ma si possono anche azionare. In alcuni casi addirittura salirci sopra. E questo va benissimo, perché pare che i bambini fossero il pubblico preferito dell’artista.
La prima sala, quella con l’enorme Grosse Méta-Maxi-Maxi-Utopia, è impressionante: ci sono scale dove salire e ammirare questa macchina scultura da diversi punti di vista. Un altro pezzo forte è la “macchina per disegnare”: fa tutto da sola (i bimbi devono solo posizionare i grossi pennarelli) ma serve un gettone ed un foglio… Si acquistano all’entrata, ma non c’é scritto da nessuna parte. Ovviamente la famigliola cinese l’ha capito prima di noi, e a gesti strani ce l’ha spiegato. In un’altra sala ce n’é un’altra, assolutamente geniale, che veniva azionata pedalando.
Tutto il museo è disseminato di splendide macchine-sculture che possono essere “animate” semplicemente premendo un bottone: fermate i bimbi quando vengono presi dall’entusiasmo. Serve un po’ di pazienza: fra un “automatismo” e l’altro devono passare 5 minuti. Dappertutto ci sono macchinari, a volte assemblati utilizzando materiali vari (rottami, piume, pezzi di ferro, plastica, teschi, corna di animali… un po’ di tutto insomma, suoni e luci comprese) a volte disassemblati in maniera da sembrare esplosi. Questi sono stati i preferiti da mio figlio, in particolare l’auto da corsa.
I dintorni del museo
Molto bello anche il parco antistante al museo, con le sue sculture e le sue fontane, anche se la più impressionante rimane quella nel centro della città di Basilea, con nove figure nere animate azionate grazie ad una corrente a bassa tensione.
Per maggiori info su cosa fare e vedere a Basilea, leggete il nostro post:
https://minimeexplorer.ch/2017/01/05/basilea-musei-a-prova-di-bambini/
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