Complice la visita di un’amica dagli Stati Uniti, ci siamo decisi a salire sul Monte Generoso per vedere il famoso Fiore di Pietra, ma l’abbiamo fatto comodamente, utilizzando il trenino a cremagliera. L’idea comunque era di portare mio figlio Stefano a visitare la grotta dell’orso, e quindi la graditissima ospite è stata l’occasione per andarci (anche perché il biglietto del viaggio in treno non è proprio regalato per cui rientra nelle “occasioni speciali”).
Il Monte Generoso
Stefano ha passato il viaggio con il naso appiccicato al finestrino, guardandosi intorno e stupendosi di vedere che la risalita lo portava “sopra gli alberi”. Una volta arrivati in cima al Monte Generoso abbiamo trovato decine di mucche con i loro sonori campanacci, che sono state prontamente fotografate e filmate (in particolare dall’amica americana), ed un mini parco giochi , dove il piccolo si è subito “parcheggiato”.
La prima tappa è stata quella di salire sulla vetta per una vista migliore, anche se la giornata non era delle più limpide. Si vedevano benissimo il lago e le montagne circostanti, ma non le Alpi, peccato. Ci siamo però subito distratti dai ceppi in pietra che dividono l’Italia dalla Svizzera e abbiamo riso facendoci le foto con un piede di qua (in Svizzera) e uno di là (in Italia).
Giunta l’ora del pranzo abbiamo deciso di andare al meraviglioso ristorante del Fiore di Pietra e mangiare al self-service (“rientra pur sempre nelle gita delle occasioni speciali, per cui oggi niente pic nic”) godendoci la vista spettacolare.
La grotta dell’orso
Finalmente è arrivato il momento di andare alla tanto attesa Grotta dell’Orso a 30 minuti di cammino, dal Fiore di Pietra. Il sentiero è un po’ esposto, nel senso che a valle il pendio è molto ripido. Io, che sono un po’ ansiosa, ho tenuto Stefano per mano e, a dire il vero, questa volta lui non si è neppure sognato di lamentarsi. Papà che soffre di vertigini, ha deciso di aspettarci al bar.
Alla grotta abbiamo trovato un altro Stefano, la guida… una splendida persona, collaboratore universitario, preparatore di fossili, sportivo, musicista e appunto guida magnifica, coinvolgente. Ci ha dato dei caschetti (utilissimi!) visto che la grotta è bassa e si picchia la testa facilmente. Io ho contato 8 zuccate, pur non raggiungendo il metro e sessanta e rimanendo pure “piegata”. La visita è durata certamente più di 30 minuti ed è stata apprezzatissima da adulti e bambino.
Grazie a Stefano abbiamo imparato molto sulla vita degli orsi delle grotte (35’000-65’000 anni fa): come vivevano, cosa mangiavano e anche chi abitava nelle grotte a fianco a loro, topini compresi. E poi, ed è stata questa la parte che ci è piaciuta di più, ci ha spiegato come funzionano gli scavi paleontologici e cosa è stato ritrovato. Se vi dico 50’000 ossa d’orso vi stupite? Io certamente sì. Alcune di queste ossa (vere o calchi) abbiamo potuto tenerle in mano. Con un po’ d’emozione…
(Foto Monte Generoso)
La grande sorpresa è stata all’uscita, quando ci siamo attardati a chiacchierare. Nelle giornate di pioggia, fuori dalla grotta, emergono dal terreno antichissime ossa d’orso, che però non hanno alcun valore ai fini della ricerca. Queste ossa erano disposte in una scatola di cartone, raccolte dalla nostra guida. Ci credete se vi dico che il piccolo Stefano è tornato a casa con due bellissimi e preziosissimi regali? Indovinate! Un osso d’orso di una zampa ed un dentino di un piccolo orsacchiotto! Grazie mille, davvero… che splendida giornata sul Monte Generoso!
Articolo pubblicato il 20 luglio 2018 sulla rivista Extrasette, inserto del Corriere del Ticino.
4 Comments
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.