È da un po’ di tempo che abbiamo voglia di percorrere il Sentiero delle Meraviglie nel Malcantone, però è un po’ lungo (4 ore) e noi non siamo certo escursionisti provetti. Alla fine decidiamo di percorrerne solo una breve parte, con destinazione il Maglio di Aranno. Trovo un articolo interessante su un blog, con tutte le dovute spiegazioni, e così decidiamo di andarci.
Le indicazioni stradali descrivono sommariamente il tragitto in automobile da Ponte Tresa, noi arriviamo invece in Autopostale dalla stazione di Lugano (con cambio a Cademario Lisone) prima con il bus della linea 422 9 direzione Cademario Kurhaus e poi 424 610 direzione Agno, Posta/FLP. Scendiamo alla fermata Aranno Paese e scopriamo due fatti importanti:
- la passeggiata descritta nel blog inizia da Breno e non da Aranno!
- indosso le Birkenstock ed ho dimenticato a casa le scarpe da trekking. Pazienza, siamo i soliti escursionisti imperfetti!
Il sentiero
A pochi metri dalle fermata ci sono dei cartelli indicanti i vari sentieri, di cui due conducono al Maglio di Aranno… scegliamo il più breve che inizia dopo il paese. Avete presente quel sentierino lungo la strada sulla sinistra, che scende in maniera decisa? Eccolo, è quello! Non c’è un cartello, solo un segnale bianco/rosso/bianco; quindi se come noi siete arrivati alla Cappelletta, tornate indietro – lo avete passato!
Il sentiero è tutto in discesa e nel bosco, abbastanza ripido ma agevole (anche con le Birkenstock). In 25-30 minuti circa ci porta al torrente Magliasina, dove attraversiamo il ponticello di ferro ed arriviamo al Maglio di Aranno. Il nostro bimbo vede gli ampi prati e pascoli, qualche famiglia che sta attrezzandosi per il picnic o una grigliata, altri bimbi con i piedi a mollo nel fiume, la cascatella… ed è molto contento! Comincia a correre di qua e di là, poi si ricorda del Maglio e ci chiede cosa è; spieghiamo che è un grande martello per forgiare il ferro azionato da una ruota a pala mossa dall’acqua. Insomma, un po’ come un mulino.
Il maglio
Entriamo a visitarlo e scopriamo che questo esempio di maglio a leva (l’unico rimasto in Ticino) è proprio bello, specialmente quando il custode lo mette in funzione ed il rumore del martello sull’incudine è assordante. Nel piccolo museo si possono vedere alcuni attrezzi e oggetti di uso comune che venivano forgiati in passato nei magli (anche se poi le rifiniture venivano effettuate altrove, da un fabbro). Ammiriamo poi la ruota a pale azionata dalla roggia.
Improvvisamente sentiamo nell’aria un delizioso profumo di griglia… ci accorgiamo che è ora di pranzo e che non ci siamo portati nulla da mangiare. Meno male che c’è un chioschetto: vendono pane, salamini e formaggi di capra e mucca, serviti con miele, noci e ciliegie. Sarà la fame, ma ci sembrano deliziosi. Poi ci concediamo un bel gelato e mettiamo anche noi i piedi a mollo… L’acqua è rinfrescante, anzi gelida, e ci divertiamo un sacco!
Il rientro
Nel pomeriggio decidiamo di rientrare ad Aranno, seguendo il sentiero più lungo, che in 45 minuti dovrebbe riportarci in paese. Noi ci mettiamo un po’ di più, ma non importa – inoltre è meno ripido di quello dell’andata e fa parte del Sentiero delle Meraviglie. Arrivati in paese, ne approfittiamo per visitarlo un po’ e scoprire alcuni edifici tipici, un antico lavatoio e uno splendido parco giochi tutto in legno, come piace a noi. Prima di rientrare, la ciliegina sulla torta – papà scopre tre grandi alberi di gelso, e prima di riprendere il nostro autopostale, ci riempiamo la pancia con i suoi frutti.
Articolo pubblicato il 6 luglio 2018 sulla rivista Extrasette, inserto del Corriere del Ticino.
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